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29/12/2025 ore 06.48
Attualità

Ufficio postale distrutto a Lauropoli: l’assalto esplosivo lascia la frazione di Cassano senza un servizio essenziale

Comunità ferita e isolata dopo l’azione della banda che ha portato via 130mila euro. Disagi per anziani e fragili tra file e trasferte. Il sindaco Iacobini chiede un container per gestire l’emergenza

di Franco Sangiovanni

Un’immagine spettrale e carica di amarezza avvolge oggi l’ingresso di quella che, fino a pochissimi giorni fa, rappresentava il cuore pulsante della sede dell’ufficio postale di Lauropoli. Le saracinesche divelte dalla furia dell'esplosione, i vetri andati in frantumi, oltre ad altre cicatrici delle deflagrazioni, sono i segni tangibili e dolorosi dell’ultimo, brutale atto di violenza perpetrato ai danni della collettività. Si è trattato di un assalto esplosivo pianificato con spregiudicatezza che non ha soltanto distrutto una struttura fisica e i suoi arredi, ma ha inferto un colpo durissimo, quasi letale, alla vita quotidiana e alla serenità di migliaia di cittadini. L’esplosione, avvenuta nel cuore della notte e udita a grande distanza, ha reso i locali completamente inagibili e strutturalmente compromessi, costringendo i vertici di Poste Italiane alla chiusura immediata e a tempo indeterminato del presidio. Per la popolosa frazione di Lauropoli si apre ora una fase critica, un periodo di gravissimi e persistenti disagi, in cui la scomparsa dell'ufficio postale rappresenta la perdita violenta di un servizio sociale fondamentale, essenziale per la tenuta civile e il benessere di tutto il territorio.

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All’indomani del vile attentato, la rabbia comprensibile dei residenti ha lasciato velocemente spazio a una preoccupazione concreta e tangibile, alimentata dalle soluzioni tampone che l'azienda ha comunicato tramite i canali ufficiali. Un avviso, affisso sulle mura della sede distrutta, informa l’utenza che il riferimento per ogni tipo di operazione, dal semplice ritiro della corrispondenza alle operazioni finanziarie complesse, è ora l’ufficio di Cassano Centro. Quest'ultimo, però, opera a regime monoturno, limitando drasticamente l’accesso alle sole ore mattutine e creando un inevitabile imbuto per l'utenza. In alternativa, i cittadini vengono indirizzati verso la sede di Castrovillari che, sebbene garantisca l’apertura pomeridiana, richiede uno spostamento logistico ancora più oneroso e lungo. Quella che per i vertici aziendali appare come una necessaria, e forse obbligata, riorganizzazione logistica dettata dall'emergenza, per la popolazione locale si traduce invece in un vero e proprio muro invisibile, una barriera burocratica e geografica che penalizza in modo sproporzionato i soggetti più vulnerabili della comunità.

In questo scenario di profonda emergenza e di comprensibile smarrimento collettivo, sembra che le istituzioni locali non siano rimaste inerti a guardare il declino dei servizi. Secondo quanto raccolto da qualche indiscrezione, il Sindaco Gianpaolo Iacobini si sarebbe già attivato con estrema tempestività, interfacciandosi direttamente con alcuni alti dirigenti di Poste Italiane e coinvolgendo attivamente anche i rappresentanti sindacali di categoria. L'obbiettivo di queste frenetiche interlocuzioni è, da un lato, fare pressione ai massimi livelli affinché la frazione di Lauropoli non venga abbandonata a un lungo e logorante silenzio burocratico che ne decreterebbe l'isolamento, dall’altro, studiare congiuntamente una soluzione logistica d'urgenza che possa attenuare, almeno parzialmente, i pesanti disagi patiti dalla cittadinanza.

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Si cerca, insomma, una mediazione rapida tra le procedure aziendali e il sacrosanto diritto di una comunità ferita a disporre nuovamente, e nel minor tempo possibile, dei propri servizi minimi essenziali.

Il disagio derivante da questa chiusura forzata colpisce in modo particolarmente soprattutto la fascia degli anziani e le persone più fragili della frazione, per i quali l'ufficio postale locale rappresentava un punto di riferimento insostituibile. Molti pensionati, infatti, non dispongono di un mezzo proprio, non hanno parenti prossimi disponibili per l'accompagnamento o non sono più nelle condizioni fisiche di affrontare la guida per diversi chilometri lungo strade trafficate. Il trasporto pubblico locale, purtroppo non sempre capillare o sincronizzato con gli orari degli uffici, rende il semplice e doveroso ritiro della pensione o il pagamento di un bollettino di utenza una vera e propria odissea fisica, psicologica ed economica. A questa difficoltà di spostamento si aggiunge poi l'incubo delle lunghe attese. Il riversarsi massiccio dell'utenza di Lauropoli sugli uffici di Cassano e Castrovillari potrebbe provocare pesanti rallentamenti e sovraccarichi. Il risultato è che persone di una certa età o con problemi di salute sono costrette ad affrontare file estenuanti, spesso rimanendo in piedi per ore in locali affollati o, peggio ancora, all’esterno in attesa del proprio turno, con tutte le conseguenze che ne derivano per la loro dignità e salute.

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Di fronte a questa situazione insostenibile che rischia di protrarsi per mesi, la comunità di Lauropoli chiede a gran voce che Poste Italiane, nel solco delle interlocuzioni già avviate con l'Amministrazione Comunale, predisponga in via provvisoria e urgentissima un ufficio mobile. L’installazione di un container attrezzato e cablato, una soluzione tecnica che Poste ha già adottato con successo in numerose altre località limitrofe colpite da terremoti (Mormanno ndr), o oggetto di recupero edilizio (Trebisacce ndr), rappresenterebbe oggi l'unica risposta dignitosa e concreta per assicurare la continuità dei servizi essenziali direttamente sul posto. Tale intervento non servirebbe soltanto a decongestionare fisicamente le sedi di Cassano e Castrovillari, restituendo loro una normale operatività, ma avrebbe soprattutto un altissimo valore simbolico. Sarebbe un segnale forte e inequivocabile di presenza dello Stato e delle istituzioni, una dimostrazione plastica che la criminalità organizzata o comune può anche riuscire a distruggere i muri e le strutture, ma non deve assolutamente avere il potere di isolare una comunità laboriosa, né quantomeno quello di privare i cittadini più deboli e indifesi dei loro diritti fondamentali e della loro quotidiana dignità.