Un Ponte d’oro sullo Stretto di Messina, esplode il costo degli stipendi: da 2,4 a 9 milioni di euro in un anno
Nel 2024 costo del personale quasi quadruplicato: 4,5 milioni per i dirigenti e 3,9 per i quadri. Per i manager retribuzione media di 236mila euro all’anno. La replica della società: «Tutto in linea con gli standard internazionali»
Il focus mediatico si è recentemente concentrato su Pietro Ciucci, attuale amministratore delegato di Stretto di Messina Spa, il quale percepisce una pensione Anas e un compenso annuo pari a circa 240 mila euro. Tuttavia, osservando le dinamiche retributive all’interno della società pubblica incaricata della realizzazione del Ponte sullo Stretto, emerge un quadro economico più ampio e significativo.
Nel 2023, la società contava 60 dipendenti, con un costo complessivo per il personale pari a circa 2,5 milioni di euro. Nel corso del 2024, il numero dei dipendenti è salito a 84 unità, facendo registrare un incremento della spesa fino a oltre 9 milioni di euro. Questo aumento – sottolinea il Fatto Quotidiano – è anche conseguenza del decreto governativo emanato nell’agosto 2023, che ha rimosso il tetto retributivo dei 240mila euro per le società pubbliche, allo scopo di attrarre figure professionali di elevata competenza in tempi rapidi e con trattamenti economici derogatori rispetto ai limiti di legge.
Il decreto ha inoltre previsto la possibilità di distaccare fino a 100 risorse da Anas e Rfi. Ciò ha contribuito all’ampliamento della struttura: da due dipendenti nel giugno 2023 si è passati rapidamente a 60 tra impiegati, quadri e dirigenti. Più precisamente: 8 impiegati (circa 164 mila euro), 35 quadri (oltre 1,1 milioni) e 17 dirigenti (circa 1,2 milioni), per un totale di 2.557.333,52 euro alla fine del 2023.
Nel 2024, il personale si è ulteriormente ampliato: gli impiegati sono saliti a 17 (costo di 754mila euro), i quadri a 48 (3,9 milioni), e i dirigenti a 19, con un costo complessivo di circa 4,5 milioni di euro. Ne risulta una media retributiva per i dirigenti pari a circa 236 mila euro annui.
Ponte sullo Stretto, il ministro Salvini incontra il manager Ciucci per le ultime praticheTra i compensi più rilevanti si segnalano quello di Andrea Parrella, responsabile della Direzione Legale e Contenzioso, con uno stipendio lordo di 260mila euro e una parte variabile di 78mila euro, e quello di Francesco Parlato, Direttore Corporate, anch’egli con 260 mila euro fissi e 50 mila di bonus legati agli obiettivi. Le retribuzioni dei restanti dirigenti si collocano su livelli inferiori, sia per quanto riguarda la parte fissa che quella variabile, quest’ultima legata al raggiungimento di obiettivi Mbo (Management by Objectives).
Unico caso di retribuzione non pubblicata sul sito della società è quello di Omar Mandosi, Direttore Organizzazione e Affari Generali, distaccato da Anas nel luglio 2023 e nominato direttamente da Ciucci.
La replica della società: «Tutto in linea con gli standard internazionali»
«Nessuna “quadruplicazione” di stipendi tra il 2023 e il 2024», così la Stretto di Messina risponde ad alcune affermazioni riportate dai media.
La Società Stretto di Messina è ripartita nel giugno del 2023 e il costo del personale – pressoché interamente distaccato da Anas e Rfi – riguarda soltanto pochi mesi del 2023, mentre per il 2024 si riferisce all’intero anno.
I compensi per il Cda e in particolare per il presidente e per l’amministratore delegato sono stati fissati entro i limiti previsti dal cosiddetto “tetto ai compensi” definito dalle norme di legge in vigore.
La deroga al tetto sui compensi, prevista per legge per il solo personale dipendente di Stretto di Messina, riguarda attualmente due dirigenti di alto profilo e risponde alla necessità di assicurare alla società le professionalità idonee per la realizzazione di un’opera come il ponte sullo Stretto di Messina e, quindi, di essere in grado di dialogare, negoziare e controllare tutti i soggetti italiani e internazionali coinvolti nella realizzazione che possono contare su organizzazioni di primo livello.
La società ha ricevuto dal Governo e dal Parlamento il compito di realizzare L’Opera che comporta un investimento di 13,5 miliardi di euro.
L’organizzazione prevista è assolutamente in linea con standard internazionali per società di progetto internazionali con progetti analoghi.