Vibo Marina, gli aliscafi per le Eolie volano ma il turismo arranca: solo un paio di hotel e nessuna programmazione
Le corse registrano il tutto esaurito dimostrando l’importanza del porto come accesso alle isole, eppure la frazione costiera resta un luogo di passaggio: «Non c’è un’isola pedonale e i negozi restano chiusi la sera. Qui la gente mangia una pizza e va via, altro che Pizzo e Tropea»
Vibo Marina conferma anche quest’anno la sua funzione di crocevia per chi si sposta verso le Eolie, con corse in aliscafo sempre sold out. Eppure, la frazione costiera di Vibo Valentia resta prevalentemente di passaggio, senza riuscire a trattenere visitatori oltre le brevi soste. I due collegamenti settimanali in aliscafo, attivi da giugno a settembre il giovedì e la domenica, vengono puntualmente presi d’assalto, con circa 200 passeggeri a tratta tra arrivi e partenze. Un successo che dimostra le potenzialità della frazione e del suo porto, ma che allo stesso tempo mette in evidenza i limiti di una località che potrebbe raccogliere molto di più.
A sottolinearlo è Domenico La Gamba, operatore turistico di lunga esperienza: «Con sole due corse a settimana riusciamo a fare il pieno in tutto il mese di agosto. Il porto di Vibo Marina è la porta naturale verso le isole Eolie. Poi si trova in una posizione strategica: siamo vicini all’aeroporto di Lamezia Terme e ben collegati con la ferrovia. Potrebbe davvero essere un grande motore di sviluppo per il territorio, ma oggi resta un potenziale inespresso».
Oltre al traffico marittimo, Vibo Marina deve però fare i conti con i limiti dell’offerta ricettiva. Attualmente sono attivi circa 50 B&B e soltanto un paio di hotel: numeri ancora ridotti rispetto ai centri vicini e decisamente più gettonati come Tropea e Pizzo. Eppure, il mese di agosto 2025 ha segnato un aumento del 10% delle prenotazioni rispetto all’anno precedente. «Le nostre strutture rispondono bene soprattutto ad agosto – spiega La Gamba – a luglio si barcolla e a settembre si scende di molto, mentre Tropea e Pizzo riescono a lavorare con continuità perché hanno più posti letto e servizi meglio strutturati».

Cosa si può concretamente fare allora per provare a colmare, almeno in parte, il grande divario? «Serve innanzitutto una programmazione fatta per tempo e una visione condivisa - spiega l’operatore turistico -. E poi serve assolutamente creare un’identità per Vibo Marina. Oggi manca del tutto: non c’è un’isola pedonale, i negozi restano chiusi la sera, a parte i ristoranti. La gente viene, mangia una pizza o un gelato, passeggia sul lungomare e poi va via».
Un paradosso, questo, che La Gamba definisce unico: «Altrove i centri turistici sono off-limits per le auto, con parcheggi in periferia e spazi pedonali. Da noi è esattamente il contrario: le strisce blu sono fuori dal centro, mentre davanti alle attività si parcheggia liberamente, anche per 20 o 30 giorni di fila. Così è difficile valorizzare il commercio».
La ricetta? Una maggiore collaborazione tra istituzioni e operatori privati, con l’obiettivo di programmare prima e meglio. «L’amministrazione si è impegnata molto – riconosce La Gamba – ma serve lavorare con largo anticipo e in maniera più unita. Anche noi commercianti dobbiamo remare dalla stessa parte, con un’unione di intenti che oggi manca. La stagione non può ridursi a venti giorni in agosto: va allungata, distribuita su più mesi e resa più sostenibile, così da dare respiro non solo al turismo ma anche all’economia locale».