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11/09/2025 ore 07.01
Costume e Società

Dieci canzoni che raccontano settembre: mese in bilico tra estati finite e nuovi inizi

I brani della musica leggera italiana che hanno reso eterna l'anima malinconica e allo stesso tempo leggera del mese che segna la fine della spensieratezza e ci consegna a nuove responsabilità

di Ernesto Mastroianni

Settembre ha sempre avuto un fascino speciale. Non è estate, ma non è ancora inverno: è un mese sospeso tra ricordi e attese, tra nostalgia e desiderio di rinascita. Un tempo settembre significava la fine dell'estate, il ritorno a lavoro e a scuola. Oggi giorno, con le temperature molto alte ancora per tutto il mese di settembre, significa trovarsi ancora in piena estate.

Ma settembre, In Italia, non è soltanto un mese sul calendario: è un simbolo emotivo, un tempo letterario e musicale in cui molti artisti hanno scelto di raccontare la fine delle vacanze, il ritorno alla città, agli impegni, ma anche la scoperta di nuove emozioni e amori.

Il fascino di settembre risiede proprio nella sua ambivalenza. È la luce morbida che annuncia l’autunno, l’aria frizzante che invita a riflettere, il rumore lontano delle spiagge vuote che lascia spazio alla memoria. Non sorprende, quindi, che il mese sia diventato protagonista di molte canzoni italiane, da Lucio Battisti ai giorni nostri con Gazzelle, passando per la PFM e Luca Carboni. La musica italiana lo racconta come un tempo di passaggi, di bilanci, di piccole e grandi emozioni.

Uno dei brani più celebri dedicati a questo mese è “29 settembre” (1967) interpretato dal complesso "Equipe 84", testo di Mogol e musica di Lucio Battisti. La canzone racconta un tradimento avvenuto in un giorno preciso, il 29 settembre, trasformando la data in un momento indelebile. La melodia beat, sofisticata per l’epoca, accompagna la storia spezzata e intensa di un amore che cambia per sempre, conferendo al mese un ruolo centrale nella narrazione emotiva. Qui settembre diventa memoria, segno inciso sul calendario e sull’anima. Tutti quanti, sentendo l'incipit del testo: "seduto in quel caffè...." sanno continuare il canto. Fu un grande successo all'epoca e lo è tutt'oggi.

Un’altra visione iconica arriva dalla Premiata Forneria Marconi (PFM) con “Impressioni di settembre” (1971), capolavoro del rock progressivo italiano. Non si tratta di raccontare un evento preciso, ma di evocare stati d’animo e sensazioni: il mese è trasfigurato in emozione pura. Le sonorità innovative, con l’uso del sintetizzatore Moog e di arrangiamenti ricchi, creano un quadro sospeso tra contemplazione e stupore, trasformando settembre in un’esperienza sensoriale, quasi visiva.

Anche Francesco Guccini dedica a settembre un momento memorabile in Eskimo (1978), aprendo il brano con il verso: “Questa domenica in settembre…”. Non è un inno alla malinconia fine a se stessa: settembre diventa metafora di maturità, di riflessione sul tempo che passa, di consapevolezza dei propri limiti e dei propri sogni. È un settembre più adulto, in cui l’introspezione diventa protagonista.

Altro celebre brano è quello di Antonello Venditti, in cui racconta un settembre poetico e un po’ esistenzialista. Nel suo brano omonimo (1986), il mese è il tempo da cui fuggire e nel contempo affrontare, un periodo in cui gli incontri umani e la vicinanza alle persone care diventano un antidoto alla solitudine. Venditti usa la melodia calda e avvolgente del cantautorato per dare corpo a quella tensione tra passività e desiderio di vivere intensamente.

Negli anni ’70, Peppino Gagliardi fa di settembre il simbolo della fine dell’estate, con una melodia dolce e sentimentale, capace di evocare ricordi di vacanze e amori estivi. Qui il mese non è drammatico: è memoria, dolcezza malinconica, sentimento che sopravvive al tempo e alla distanza.

Settembre non appartiene solo ai grandi classici della canzone italiana. L'aura di un settembre poetico è arrivata fino ai giorni nostri. Nel 2019 Gazzelle racconta il mese in chiave moderna: malinconico, disilluso, fragile, ma anche liberatorio. Il testo riflette il disagio dei giovani adulti, i rimpianti e le mancanze che spesso accompagnano la fine dell’estate. Con la sua scrittura colloquiale e le sonorità indie-pop, Gazzelle trasforma settembre in una cartina emotiva dei sentimenti contemporanei, tra ironia e intensità.

Analogamente, Luca Carboni in Settembre (2003) sceglie un approccio più intimo e riflessivo. Il mese diventa tempo di ricordi d’infanzia: i giochi nei cortili, le estati finite, l’ingresso in una nuova fase della vita. La melodia minimale accompagna la nostalgia, rendendo il brano un vero inno al passaggio del tempo e alla delicatezza della memoria personale.

Non mancano testimonianze più tradizionali e dialettali. Domenico Modugno, con Mese ’e settembre (1959), canta un amore semplice e popolare, utilizzando il dialetto meridionale per creare un legame immediato con l’esperienza quotidiana e le emozioni collettive. Cristina Donà, invece, in Settembre (2007), esplora la stagione come momento di trasformazione interiore, un’occasione per lasciarsi attraversare dai cambiamenti e dalle emozioni in maniera consapevole.

Anche le sonorità più moderne ed elettroniche trovano in settembre una musa: Deasonika racconta un mese interiore, un flusso di coscienza tra sensazioni contrastanti, introspezione e trasformazioni emotive.

Il filo conduttore di tutte queste canzoni è chiaro: settembre non è solo un mese del calendario, ma un simbolo universale. È la soglia tra spensieratezza e responsabilità, tra estati finite e nuovi inizi. Porta con sé malinconia, speranza, memoria e desiderio di ricominciare. È il mese dei bilanci, delle emozioni sospese, dei ricordi che tornano a galla.

Dal rock progressivo alla musica indie contemporanea, dal cantautorato classico al pop dialettale, settembre ha la capacità unica di incarnare l’intimità dei sentimenti e la loro universalità. Non sorprende, dunque, che la musica italiana continui a cantarlo, anno dopo anno, trasformando questo mese in un vero e proprio personaggio poetico, un compagno di viaggio nelle nostre vite e nelle nostre emozioni.