Francesco Repice, la voce del calcio con lo zio partigiano: «Morì lontano dalla Calabria per difendere la libertà di tutti»
Il noto radiocronista Rai è nipote di Rocco, fucilato dai nazifascisti il 26 novembre 1944: «Aveva 24 anni. Partì per Cuneo per combattere contro la Repubblica di Salò, la sua memoria torna sempre»
Avrebbe voluto esserci, ma i rinvii del campionato di calcio e gli impegni legati al suo lavoro glielo hanno impedito. Nonostante questo, per Francesco Repice, la vicenda di zio Rocco, lo zio partigiano ucciso dai nazifascisti, resta la testimonianza più viva del significato del 25 aprile. Il noto radiocronista Rai, cosentino di nascita ma con radici familiari a Tropea, ci ha raccontato questa memoria così intensa.
«Mio zio Rocco è stato uno dei tanti calabresi che, decidendo di difendere la libertà, partì per il Nord Italia». Così Francesco Repice introduce la storia dello zio Partigiano, Rocco Repice. «La mia famiglia è originaria della Locride. Mio zio Rocco e mio padre sono nati lì, ma si trasferirono a Tropea. Da lì partì per andare a Cuneo per opporsi alla Repubblica Sociale di Salò». Una storia come tante ce ne sono di eroici calabresi partiti per combattere l'invasore nazifascista nel Nord Italia.
Francesco Repice e lo zio partigiano: «Fucilati di fronte la stazione»
«Zio Rocco faceva parte delle Brigate Giustizia e Libertà», continua Francesco Repice raccontando dello zio partigiano. «Venne tradito da una donna che lo amava perdutamente, ma che evidentemente aveva scoperto che non era l'unica a farlo». E da questa donna venne consegnato ai nazifascisti insieme ad altri tre compagni partigiani. «Vennero prelevati e fucilati il 26 novembre 1944, all'età di ventiquattr'anni. Era il comandante della Formazione partigiana».
L'anno scorso, Francesco Repice fu presente alla commemorazione dell'ottantesimo anniversario della morte dello zio Rocco. In quell'occasione, l'Anpi di Vibo Valentia gli consegnò una tessera onoraria. Lo stesso radiocronista, nel corso della sua vita, non ha mai fatto mistero delle passioni politiche. E il 25 aprile il ricordo di Rocco Repice continua a coinvolgere l'intera Calabria, insieme a quello di tanti altri partigiani della nostra regione morti lontano da casa per liberare l'Italia dall'invasore nazifascista.