Attentato incendiario al Comune di Gioia Tauro: «C’era un fumo tremendo, si è scatenato il panico»
VIDEO | La testimonianza del presidente del Consiglio comunale presente in Municipio quando un uomo ha lanciato del liquido infiammabile contro l’ufficio tributi. Il sindaco: «Poteva essere una strage». Identificato il responsabile
«Mi trovavo all'interno del palazzo comunale, eravamo in riunione, quando di colpo abbiamo visto del fumo che saliva dalle scale». È ancora visibilmente provato, Giulio Ranieri, presidente del Consiglio comunale di Gioia Tauro, presente in Municipio quando una persona, a volto scoperto, ha lanciato del liquido infiammabile contro gli sportelli dell'ufficio tributi, provocandone il rogo. Il tutto in orario di servizio, mentre la struttura era aperta al pubblico.
Molotov negli uffici comunali di Gioia Tauro, tragedia sfiorata in pieno giorno«Mi sono apprestato a dare dei soccorsi ma era impossibile perché il fumo era tremendo – testimonia ai nostri microfoni Ranieri -. Sono riuscito a scendere sotto, prendere qualcuno e portarlo fuori, ma la situazione era critica, di panico. Ho fatto il massimo, perché poi mi sono intossicato pure io. Queste sono scene da film che non devono accadere. Noi amministratori ci troviamo nel panico. Cerchiamo aiuto alle forze dell'ordine perché non si può andare avanti in questo modo. Ovviamente non ci arrendiamo, perché siamo dei lottatori».
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Il sindaco di Gioia Tauro, Simona Scarcella, condanna fermamente l’accaduto: «Siamo ancora sconvolti. Sono stati momenti di panico e terrore. Fortunatamente un dipendente è riuscito a sedare le fiamme. Poteva essere una strage. La sfrontatezza di un gesto fatto in pieno giorno fa paura. Dimostra che va alzato il livello di attenzione nei confronti delle istituzioni, del Comune di Gioia Tauro, un territorio non facile da gestire».
Gli uomini della polizia scientifica accorsi in gran numero, prontamente, hanno avviato delle indagini per chiarire le circostanze dell’incendio doloso. E il responsabile sarebbe già stato identificato.