Auto incendiata al sindaco di San Nicola Arcella: «È stato un atto doloso, ma la prepotenza non vincerà»
L’incendio si è sviluppato nella notte del 17 luglio, in un parcheggio distante soltanto qualche metro dall’abitazione in cui il sindaco vive con la sua famiglia. Ancora sconosciuto il movente del vile gesto, ma quasi certamente potrebbe essere correlato all’attività amministrativa
L’incendio che ha distrutto l’auto del sindaco di San Nicola Arcella, Eugenio Madeo, è di natura dolosa. Lo hanno stabilito i carabinieri giunti sul posto per effettuare i rilievi del caso e per avviare le indagini, coordinate dalla procura di Paola. Il primo cittadino è stato già ascoltato dagli inquirenti, ma sulle cause che avrebbero spinto uno o più malviventi a commettere il vile gesto dovrà ancora essere fatta chiarezza. «Mi sembra sbagliato avanzare ipotesi – ha detto Madeo ai nostri microfoni -. Lascio fare ai carabinieri, alle forze dell'ordine che stanno lavorando egregiamente per cercare di capire e di individuare i responsabili».
Immagini terribili
L’incendio si è sviluppato intorno alle 4 del mattino del 17 luglio, in un parcheggio distante soltanto qualche metro dall’abitazione in cui il sindaco vive con la sua famiglia. «Abbiamo sentito dei crepitii, poi sono uscito fuori per capire cosa fosse successo e ho visto le fiamme alte. Ho chiamato subito i vigili del fuoco».
Anche perché le fiamme avrebbero potuto propagarsi e raggiungere velocemente le case che sorgono in prossimità del parcheggio. «Immagini terribili, che mi hanno lasciato un po’ di preoccupazione». Per fortuna, i vigili del fuoco sono riusciti a intervenire nel giro di pochi minuti e ad evitare conseguenze tragiche, ma la macchina è stata ridotta a un cumulo di macerie.
La difficoltà di amministrare
Benché non ci sia ancora un responsabile, né un episodio specifico da cui partire, una delle piste percorribili per rintracciare il movente potrebbe essere quella di un diniego a una richiesta avanzata da chi, forse, avrebbe voluto farsi beffa della legge. O, almeno, è quello che si legge tra le righe di un post pubblicato dal sindaco sulla pagina Facebook poche ore dopo l'accaduto.
«San Nicola Arcella è ormai all'attenzione del turismo nazionale ed oltre. Le sue bellezze naturali e le sue risorse culturali suscitano interesse e curiosità - ha scritto -. Quest'anno rappresenterà la Calabria alla tredicesima edizione del concorso nazionale del Borgo dei Borghi. Bisogna però saper governare questa crescita fra gli interessi di chi va in vacanza per riposare e chi pensa anche allo svago ed al divertimento. È mia convinzione che per farlo occorra stabilire, con molto equilibrio e nel rispetto della legge, regole che tutti devono osservare, a cominciare da chi ritiene di averti sostenuto nella competizione elettorale. Senza le regole valide per tutti, c'è l'arbitrio e la prevaricazione e se qualcuno pensa di potersi imporre con l'uso della forza, allora sbaglia maledettamente i suoi calcoli, perché in una comunità in conflitto al suo interno, si ritroverà con un pugno di mosche in mano».
Valanga di solidarietà
Ma la vicenda, nella sua drammaticità, ha avuto anche un risvolto positivo. Il primo cittadino sannicolese, è stato letteralmente travolto da una valanga di una solidarietà. «Sono rimasto favorevolmente sorpreso. A me piace ricordare la telefonata di prima mattina che ho ricevuto da parte del colonnello dei Carabinieri di Cosenza, il colonnello Andrea Mommo, poi ho ricevuto attestati di solidarietà anche da parte del vescovo, del presidente della giunta regionale, del presidente dell'Anci calabrese, poi, ancora, da parte di parlamentari, consiglieri regionali, assessori regionali, dai sindaci di tanti comuni. Ma, me lo faccia dire, ho apprezzato tantissimo l'atteggiamento dell'intero Consiglio comunale, maggioranza e minoranza, sono stati tutti vicini. Ho apprezzato anche la solidarietà dei singoli cittadini e delle associazioni di San Nicola Arcella, che tutte, all'unanimità, si sono espresse manifestando vicinanza. Questo fa ben sperare nel futuro. Coloro che pensano di poter imporre le proprie volontà, anche se sono veramente una nettissima minoranza, non troveranno assolutamente possibilità di esercitare in questo modo le loro prepotenze».