Botulino a Diamante, i selfie dell’orrore davanti al camioncino sequestrato: la denuncia dell’Ordine dei medici di Cosenza
La presidente Agata Mollica chiede di fermarel’uso distorto dei social anche da pate di alcuni dottori in vacanza sulla costa tirrenica. E sulle indagini dice: «No a processi mediatici, per ora non abbiamo preso provvedimenti»
«La gente comune si fa i selfie davanti al camioncino sequestrato sul lungomare di Diamante dopo i fatti di cronaca. Va bene l'informazione ma “no” all'uso distorto che si fa dei social». Lo dice all'Adnkronos Salute Agata Mollica, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Cosenza che commenta quanto sta accadendo nella località balneare dove - secondo la Procura di Paola che indaga sul caso - l'ambulante Giuseppe Santonocito dal suo food truck avrebbe venduto panini con salsicce e broccoli alle vittime della tossina di botulino: 17 gli intossicati, due i morti, Luigi Di Sarno, 52 anni, e Tamara D'Acunto, 45.
Botulino a Diamante, oggi l’autopsia sui corpi delle due vittime. La famiglia di Luigi Di Sarno: «Si faccia piena chiarezza»Il camioncino finito nella bufera dunque è tra le mete scelte dai turisti per scattare l'immancabile foto ricordo, «tra loro anche medici in vacanza sulle nostre coste - ammette sconsolata Mollica -. Esistono varie forme di comunicazione social ma sono amareggiata per questo approccio ormai consolidato da tempo» conclude.
Botulino in Calabria, «no a processi mediatici»
«Non difendo nessuno ma i medici vanno tutelati – dice poi Mollica rispetto all’inchiesta –. Si può sbagliare ed è giusto assumersi le proprie responsabilità, ma servono prove acclarate. Quindi, no a processi mediatici».
«Al momento non abbiamo adottato alcun provvedimento contro i 5 medici di cui non conosciamo neanche i nomi - tiene a precisare - perché la situazione è in divenire. Merita un approfondimento da parte della procura, aspettiamo fiduciosi». Eppure qualcosa nelle due strutture sanitarie private, che hanno avuto in cura Di Sarno e D'Acunto, poi deceduti, non ha funzionato. «Se qualcosa non ha funzionato sarà l'inchiesta della Procura a stabilirlo - aggiunge la presidente di Omceo Cosenza -. Bisogna aspettare e capire, non sappiamo come siano andati i fatti, serve prudenza». Poi un pensiero al titolare del food truck della località di mare: «Quel camioncino lavorava a Diamante da anni, mai avuto problemi. Cosa sia successo ancora non lo sappiamo», conclude