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26/11/2025 ore 15.37
Cronaca

Botulino, l’ospedale di Cosenza custodirà il siero salvavita per tutta la Calabria e il Mezzogiorno

L’Annunziata sarà il nuovo deposito della tossina antibotulinica per il Sud, garantendo disponibilità immediata in caso di emergenze. La scelta arriva dopo la gestione efficace dei casi dell’estate scorsa a Diamante con circa 30 pazienti coinvolti

di Salvatore Bruno

Il presidio ospedaliero dell’Annunziata di Cosenza è stato eletto a deposito della tossina antibotulinica per la Calabria e per il Mezzogiorno d’Italia. L’antiveleno sarà quindi custodito nella farmacia ospedaliera ed immediatamente disponibile nel caso dovesse verificarsi una nuova emergenza come quella affrontata la scorsa estate in seguito alle numerose intossicazioni a Diamante. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo da remoto al congresso nazionale promosso a Cosenza sul tema “Botulino: il veleno che ferma il respiro” presieduto dal professor Andrea Bruni, direttore del dipartimento del Dipartimento Emergenza-Urgenza dell’Azienda ospedaliera di Cosenza e dell’Unità operativa complessa di Terapia intensiva e anestesiologia.

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Proprio la corretta gestione dell’emergenza da parte dei sanitari dell’Annunziata, scandita da una diagnosi tempestiva e dalla successiva rapida predisposizione della catena di distribuzione dell’antiveleno per la somministrazione ai circa 30 pazienti intossicati, ha suscitato l’attenzione del comparto sanitario nazionale e stimolato anche una diversa organizzazione relativa all’ubicazione dei depositi del siero sul territorio nazionale. Da qui si è giunti all’individuazione del nosocomio bruzio quale nuovo e ulteriore stabilimento in cui stoccare la sostanza.

Il simposio si è aperto nel pomeriggio di oggi 26 novembre e in questa prima giornata prevede, tra l’atro, la lectio magistralis di Carlo Locatelli, direttore Centro antiveleni Pavia. In calendario inoltre la testimonianza di Gaia Vitiello, strappata alla morte dai sanitari dell’Annunziata e nominata ambasciatrice dei valori dell’azienda ospedaliera di Cosenza. La ragazza è attualmente in Tailandia e interviene con un collegamento a distanza.

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«Lo scorso agosto, quando in Calabria abbiamo avuto alcuni drammatici casi di intossicazione da botulino, nacquero polemiche legate al fatto che l’antidoto non fosse presente negli ospedali della nostra regione.
Ma forse in pochi sanno che praticamente nessun ospedale in Italia - ad eccezione dei poli strategici di Roma e di Pavia - può detenere questo siero, che viene invece conservato in specifici depositi statati e poi distribuito all’occorrenza attraverso il Centro Antiveleni di Pavia. L’antidoto contro il botulismo è del resto un farmaco eccezionale, un prodotto altamente specializzato, non disponibile in grandi quantità, non reperibile sul mercato e che richiede condizioni di conservazione estremamente rigorose. È proprio per questo che la sua gestione è regolata da protocolli molto severi, pensati per tutelare la sicurezza dei cittadini». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo al convegno “Botulino: il veleno che ferma il respiro. Il valore della tradizione, l’importanza della prevenzione”, organizzato dall’Azienda ospedaliera di Cosenza, nella sede dell’ordine dei medici della città.

«In Italia la normativa stabilisce che nessun ospedale possa conservare autonomamente l’antitossina: la custodia è centralizzata, sotto il controllo diretto dello Stato. Questo permette di verificare in ogni momento l’integrità del siero, – ha spiegato Occhiuto – garantirne la disponibilità nelle emergenze e assicurarne l’uso corretto secondo procedure condivise. Ogni volta che viene confermato un caso di botulismo, è il Ministero della Salute ad autorizzarne l’utilizzo, attivando immediatamente il Centro Antiveleni. È questo centro, riferimento nazionale, a stabilire il dosaggio, i criteri di priorità e l’intero percorso clinico del paziente. Tutto avviene sotto la supervisione di personale altamente specializzato».

«Oggi, permettetemi di sottolinearlo, abbiamo una grande novità. Grazie a un accordo tra il Ministero della Salute e la Regione Calabria, la Terapia Intensiva dell’ospedale Annunziata di Cosenza è stata individuata come microdeposito autorizzato per la custodia dell’antitossina botulinica. Sarà l’unico ospedale del Sud Italia ad avere una scorta dell’antidoto. Significa tempi di intervento più rapidi, maggiore autonomia operativa e un ruolo strategico che si estende non solo alla Calabria, ma a tutto il Mezzogiorno. È un passo avanti significativo, che rafforza la capacità del nostro sistema sanitario di rispondere a eventi rari ma potenzialmente gravissimi, e valorizza una collaborazione istituzionale, tra la Regione e gli enti nazionali, che oggi mostra risultati concreti e misurabili», ha concluso il governatore Occhiuto.

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