«Buccarelli anello di congiunzione tra gli hacker e i Barbaro»: l’incontro con l’ex pentito e le accuse all’avvocato di Vibo
Il legale ed ex consigliere comunale inguaiato dall’interrogatorio di garanzia di Nunziatino Romeo che racconta come i due si sono conosciuti. La presunta richiesta del legale: un nuovo intervento per tagliare il debito di un suo cliente usando i legami dell’ex collaboratore di giustizia con i clan calabresi per spaventare un imprenditore
di Pablo Petrasso
Un interrogatorio cambia tutto. Poche frasi per mutare la posizione di Umberto Buccarelli: prima semplice indagato, ora agli arresti domiciliari in un’inchiesta della Procura di Milano che lega famiglie di Platì, hacker specializzati in dossieraggio e imprenditori in difficolotà.
L’avvocato di Vibo Valentia entra nell’inchiesta sulla tentata estorsione al gruppo Motterlini come legale della Fenice spa, che con quel gruppo aveva un contenzioso civile pesantissimo. Ne esce, dopo la seconda valutazione del gip, agli arresti domiciliari. Seconda valutazione: al termine della prima il professionista ed ex consigliere comunale di Vibo Valentia era indagato a piede libero. È l’interrogatorio di garanzia dell’ex pentito Nunziatino Romeo a inguaiarlo.
L’incontro tra l’ex pentito Romeo e l’avvocato Buccarelli
Romeo, arrestato il 24 febbraio scorso, parla di un incontro con il legale: l’argomento sono le pressioni fatte dallo stesso Romeo ai Motterlini per tagliare un grosso debito di Fenice spa. L’idea è quella di farlo scendere da 30 a 8 milioni, ma il primo approccio finisce male.
Fino ad allora Romeo e Buccarelli neanche si conoscono. L’ex pentito di ‘Ndrangheta stragista racconta al gip il primo faccia a faccia con l’avvocato vibonese. L’esordio non è precisissimo, almeno sulla tempistica: «L’avvocato Buccarelli l’ho conosciuto a luglio o ad agosto, forse del ’23 o del ’24... in Calabria. lo ero in vacanza in Calabria, mi ha chiamato un mio conoscente e mi ha detto che voleva vedermi per presentarmi una persona».
Il giudice vuole sapere chi sia il conoscente in comune e Romeo ne rivela l’identità: è Francesco Barbaro, legato alla famiglia di Platì ritenuta uno degli storici casati di ’ndrangheta. Barbaro riferisce a Romeo che Buccarelli avrebbe delle informazioni su di lui: avrebbe saputo, in sostanza, che l’ex pentito aveva interferito nella questione Fenice con quelli di Motterlini.
Romeo non ha problemi a rispondere: «Sì, è vero, mi ha dato l’incarico il dottore Gallo e ho fatto quello che ho potuto, però visto che non sono riuscito da nessuna parte... Beh, ciao, finito». Il riferimento è a Carmine Gallo, super poliziotto morto d’infarto qualche settimana fa e
p rincipale indagato nel caso Equalize, la presunta centrale di dossieraggio di Milano.
Per Romeo, Buccarelli non si muove per rimproverarlo dell’intromissione. Tutt’altro, chiede all’ex pentito se ci sia spazio per intavolare una nuova trattativa con i Motterlini per conto del suo capo Sbraccia, che ha bisogno di chiudere la questione milionaria con una certa urgenza. Romeo chiama ancora Gallo per capire se c’è il via libera alla fase due dell’«interferenza».
Gallo rimanda a un successivo incontro a Milano, un appuntamento che, secondo quanto riferisce, ci sarebbe stato e avrebbe visto tra i partecipanti anche Buccarelli e l’hacker Samuele Calamucci, figura chiave del caso Equalize, anche lui destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari per tentata estorsione.
«Buccarelli anello di congiunzione tra Equalize e i Barbaro»
Questa parte del racconto di Romeo aggrava la posizione di Buccarelli che, per il gip, avrebbe dimostrato «di muoversi come anello di congiunzione con un centro di interessi, quello facente capo a Francesco e Pasquale Barbaro» che avrebbe avuto intenzioni e capacità di mettere a segno infiltrazioni illecite nel tessuto economico proprio attraverso «condotte estorsive» e utilizzando una società importante come Fenice Spa.
Buccarelli, per gli investigatori, è un legale che avrebbe agito anche su un versante «illecito». Quando prende contatti con Gallo e Calamucci, infatti, pare interessarsi alla mediazione estorsiva condotta da Romeo. Ed è – sempre per l’accusa – l’anello di congiunzione tra Equalize, che lavora per Sbraccia (e Fenice), e la famiglia Barbaro che interviene contattando Nunziatino Romeo e presentandogli proprio Buccarelli.
I Barbaro, per la Dda di Milano, da quel momento entrano a gamba tesa nella questione Fenice e l’avvocato di Vibo si occuperà di portare «le direttive di Barbaro a Romeo». Dopo l’incontro estivo di cui parla nell’interrogatorio di garanzia, l’ex pentito di Platì che spende le proprie conoscenze calabrese come bonus d’intimidazione «dovrà rispondere sia a Equalize che a Buccarelli, come riferimento dei Barbaro».