Bufera sulla Regione, al setaccio gli incarichi pubblici dell’ex socio di Occhiuto: le intercettazioni sulla nomina “saltata”
Uno dei nodi del lavoro investigativo riguarda la ricostruzione dei rapporti che hanno garantito al manager Posteraro 500mila euro in consulenze negli ultimi anni. I fatti dal blitz di metà giugno della Finanza alle dimissioni del governatore tra “premonizioni” e venti di bufera (giudiziaria)
Si è consumata in 51 giorni, forse qualcosina in più, la parabola politico-giudiziaria che ha portato alle dimissioni, con contestuale ricandidatura, del governatore della Calabria Roberto Occhiuto che riveste anche l’incarico di vicepresidente nazionale di Forza Italia. Tra indagini che passano al setaccio gli incarichi pubblici di almeno uno dei suoi ex soci e approfondimenti sulla sanità privata nelle ultime settimane è partita la slavina chiusa dallo strappo del presidente della giunta regionale.
Attorno agli incarichi di Paolo Posteraro, che con Occhiuto ha condiviso in passato la gestione di cinque società, ruota parte degli approfondimenti investigativi coordinati dalla Procura di Catanzaro. Gli incarichi assegnati – non da Occhiuto ma da Ferrovie della Calabria – e quelli dei quali si discuteva nelle conversazioni intercettate e finite nel fascicolo aperto con l’ipotesi di reato di corruzione. Una, in particolare, riguarderebbe la possibilità ventilata di affidare a Posteraro la guida del Parco nazionale dell’Aspromonte. È un dato che si ricaverebbe da una serie di colloqui captati: «Occhiuto – appuntano gli inquirenti – sembra aver promesso a Posteraro un incarico in un ente riconducibile alla Regione Calabria». Incarico non conferito «ma oggetto di varie discussioni intercettate» che aiutano – è un’ipotesi – a capire di cosa si tratti. E cioè proprio della nomina a presidente del Parco dell’Aspromonte, non arrivata probabilmente per i guai giudiziari del manager in relazione alla gestione di Amaco, municipalizzata dei trasporti del Comune di Cosenza. Su quei colloqui lavorano gli inquirenti per un’inchiesta intorno alla quale la Procura è stata impermeabile fin da quando è diventata di dominio pubblico nella prima metà di giugno.
La Guardia di finanza nell’hotel di Gizzeria
Galeotto è stato un hotel a Gizzeria Lido che affaccia a ridosso della strada statale 18. È qui che i finanzieri della provinciale di Catanzaro hanno notificato una proroga di indagine al presidente della Regione, che è solito dimorare in questo albergo quando si trova in Calabria. La cosa non è passata inosservata, le voci hanno cominciato ad agitare le redazioni dei giornali e i banchi dell’opposizione. Rumors crescenti e sempre più particolareggiati parlavano di ipotesi di reato di corruzione e del coinvolgimento di un ex socio di Occhiuto e dell’amministratore di Ferrovie della Calabria. Ma era un potpourri di informazioni al quale era difficile dare credito. Le porte blindate della Procura di Catanzaro hanno spinto i cronisti a bussare direttamente ai piani alti della Cittadella dove la prima mossa è stata quella di fare gli gnorri.
Bufera sulla Regione, nel mirino i fatturati “esplosivi” della sanità privata e i rapporti con la politicaL’annuncio dell’inchiesta e i particolari
La prima mossa Occhiuto l’ha fatta l’11 giugno: tramite i social, lo sfondo di una siepe verde alle spalle, rivela di avere ricevuto «per la prima volta nella mia vita», un avviso di garanzia. La notizia l’ha sdoganata lo stesso interessato e a stretto giro si è appreso che l’inchiesta vedeva coinvolti, oltre al governatore, anche Paolo Posteraro segretario particolare del sottosegretario Matilde Siracusano (compagna di Occhiuto), e l’amministratore unico delle Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro (lo scorso 15 luglio non è stato riconfermato nell’incarico). I rumors, dunque, erano confermati.
Le ipotesi di reato riguardano due casi di corruzione (uno risalente ad aprile 2022 e uno a febbraio 2025, a Catanzaro) e un caso di truffa che sarebbe stato commesso a Montegiordano (CS) ad agosto 2022. Le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro si concentrano anche sui rapporti di affari tra Occhiuto e Posteraro, in passato soci in cinque diverse società di capitali. Secondo quanto sottolineato dall’autorità giudiziaria, nel corso degli anni Posteraro ha avuto nomine da parte di pubblici ufficiali con i quali Occhiuto vanta legami (compreso suo fratello Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza) e che avrebbero fruttato all’ex socio oltre 500mila euro. Tra questi incarichi anche quello in Ferrovie della Calabria, dove amministratore unico era Ernesto Ferraro, già socio di Posteraro nella società Ytam srl.
Agli inizi del 2025 Occhiuto si è sganciato dalle società riuscendo a ottenere la promessa di un rimborso di circa 135mila euro (parzialmente erogato), molto più degli 80mila euro che Posteraro aveva stimato inizialmente.
L’intervista su Rete 4 e la premonizione
Il 16 giugno Occhiuto si rifugia nel salotto televisivo di Nicola Porro, su Rete 4. Nessun contraddittorio, quello del governatore è praticamente un libero sfogo: «Non ho mai nominato nessuno direttamente – dice riferendosi a Posteraro –, anche se avrei potuto farlo perché parliamo di una persona con un curriculum notevole, se fosse stato uno scappato di casa non ci avrei fatto una società insieme». E sul finire aggiunge un pensiero che è quasi premonitore: «A tutti i governatori della Calabria è successo di essere indagati e distrutti politicamente sui giornali: io non lo consentirò per me stesso, chiederò ai calabresi di giudicarmi quando mi ricandiderò».
Nuova bufera sulla Regione
La bufera sulla Regione non si ferma. Il tre luglio i finanzieri bussano questa volta alle porte della Cittadella regionale. Il nuovo filone d’inchiesta vede implicato il sub commissario alla depurazione Antonino Daffinà, manager vicinissimo a Occhiuto, e i suoi interessi personali nella sanità privata. Le ipotesi su cui si indaga sono corruzione, turbata libertà degli incanti e peculato. Daffinà, già candidato con Forza Italia e con una consorte nominata nel dicembre 2022 a capo del dipartimento Organizzazione e Risorse umane della Cittadella, si sarebbe interessato degli accreditamenti di alcune strutture sanitarie con le quali avrebbe rapporti professionali. Società che avrebbero visto lievitare il proprio fatturato verso enti pubblici calabresi da un anno all’altro.
L’indagine contempla anche una serie di consulenze che Daffinà avrebbe affidato a professionisti senza che questi svolgessero le attività richieste. Tra questi risulta anche la segretaria particolare del presidente della Regione Calabria. La definizione “cerchio magico di Occhiuto” diventa sempre più insistente.
L’interrogatorio e la doccia fredda delle dimissioni
Lo scorso 23 luglio Roberto Occhiuto è stato sentito in Procura per cinque ore. «Ho chiarito tutto, confido in una celere archiviazione», ha detto ai giornalisti appena uscito dagli uffici giudiziari.
Il 31 luglio è arrivata la doccia fredda. In serata l’annuncio (sempre tramite social ma questa volta con lo sfondo dei lavori della metro di Catanzaro): «Ho deciso di dimettermi e di fare decidere ai calabresi il loro futuro». Occhiuto annuncia di ricandidarsi e aggiunge: «No, io non ce l’ho con la magistratura. Ce l’ho con questi che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così».
Lo aveva detto a Rete 4: non mi farò distruggere politicamente per una indagine.