Bufera sulla Regione, lo scontro Posteraro-Occhiuto per le quote societarie: «Ha trovato chi gli paga la tangente»
L’informativa della Guardia di finanza analizza le relazioni tra il manager pubblico e il governatore nelle aziende in comune. L’ipotesi, tutta da provare, è che il primo abbia gestito tutto in cambio di incarichi. La lite «di mala morte» e lo sfogo al telefono: «Finirà a schiaffi»
L’equazione che la Guardia di finanza di Catanzaro sta cercando di risolvere è: in quale misura il governatore dimissionario della Calabria, Roberto Occhiuto, e il suo ex socio Paolo Posteraro (segretario particolare del sottosegretario Matilde Siracusano, compagna di Occhiuto) hanno contribuito ai conferimenti in denaro in favore delle società che hanno avuto in comune?
Secondo le intercettazioni effettuate dai militari, l’ipotesi è che solo Posteraro avrebbe conferito denaro nelle società mentre Occhiuto si sarebbe limitato a trarne utilità come denaro, uso esclusivo di autovetture, pagamento di multe stradali, ricariche di una multicard per il rifornimento di carburante. Tutti dubbi rispetto ai quali il governatore sostiene di aver chiarito tutto nell’interrogatorio sostenuto davanti agli inquirenti.
Posteraro e Occhiuto soci: con quali ruoli?
Dalle indagini appare agli investigatori che solo Posteraro si sarebbe dedicato alla gestione delle società mentre Occhiuto on avrebbe svolto alcuna attività. A questo punto una domanda gli inquirenti se la sono posta: qual è stato il corrispettivo per Posteraro?
Parliamo del primo filone di indagine che coinvolge gli uffici della regione e che vede indagati Paolo Posteraro, Roberto Occhiuto, Valentina Cavaliere, Renato Vito Bocca ed Ernesto Ferraro.
In questo contesto, Occhiuto sarebbe stato definito un socio simulato. Un socio che a gennaio 2025 formalizza il recesso dalle ultime società ottenendo la promessa di un rimborso (allo stato parzialmente erogato) di 135mila euro, sovradimensionato rispetto all'originaria stima di Posteraro, che, inizialmente, riteneva più giusta la cifra di 80mila euro.
Bufera sulla Regione, scontro sui telefoni di Ferraro: il manager li aspetta ancora dopo due sentenze favorevoliPosteraro e la «tangente» per le quote
Posteraro stesso avrebbe definito, in più conversazioni, «tangente» l’acquisto da parte di terze persone delle quote di Occhiuto.
Posteraro lamenta il fatto che Occhiuto in una società non ci ha messo nemmeno i soldi del capitale sociale.
In alcuni momenti il malcontento di Paolo Postero è alto. A una sua interlocutrice racconta di aver litigato «di mala morte» con Occhiuto.
A novembre 2024 si sfoga: spiega alla propria interlocutrice «che io sono l'unico che ci ha lavorato, dopo che le aziende hanno 350mila euro di crediti nei miei confronti per i soldi che ci ho messo» e torna il termine «tangente» a proposito dell'eventuale cessione delle quote a un terzo acquirente: soluzione cui è stato poi preferito il recesso di Occhiuto dalle società, con onere a carico di Posteraro. Un onere giudicato elevato dallo stesso interessato. Ma prima che si arrivi a questo punto c’è in mezzo un mare di invettive da parte di Posteraro nei confronti del socio: «… se ha trovato veramente l’acquirente, e io gliela faccio saltare, ha trovato quello che gli paga la tangente e io glielo faccio saltare finirà a schiaffi».
Per la Gdf Posteraro vuole tenersi buono Occhiuto
Allo stesso tempo, annota la Finanza, Paolo Posteraro considerava importante mantenere il rapporto con Roberto Occhiuto poiché, è l’ipotesi, questo era importante per potere ottenere incarichi pubblici. Il teorema che l’autorità giudiziaria sta cercando di confutare è se gli incarichi pubblici ottenuti da Posteraro possano essere considerati «la controprestazione per i benefici economici garantiti a Occhiuto dalla partecipazione nelle società, che erano state finanziate soltanto (o in gran parte) da Posteraro».
Mantenere buono Occhiuto, è la morale di una conversazione dell’ex socio, è una sorta di investimento per il futuro: meglio averlo come amico che come nemico.