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29/10/2025 ore 15.48
Cronaca

Caso botulino a Diamante, i legali del titolare del food truck nominano Andrea Crisanti consulente di parte

Il professore, tra i più noti microbiologi d’Europa, è stato fortemente voluto dagli avvocati Francesco Liserre e Natalia Branda, difensori dell’indagato Giuseppe Santonicito. L’istanza è stata depositata questa mattina negli uffici della procura di Paola, guidata dal magistrato Domenico Fiordalisi

di Francesca Lagatta

C'è una svolta importante nelle indagini sul caso botulino a Diamante. Francesco Liserre e Natalia Branda, legali del titolare del food truck rosso coinvolto nel drammatico fatto di cronaca, hanno nominato il noto microbiologo Andrea Crisanti come consulente tecnico di parte. L'istanza è stata depositata questa mattina negli uffici della procura di Paola, incaricata di accertare la dinamica dell'accaduto ed eventuali responsabilità.

Chi è Andrea Crisanti

Il professore Andrea Crisanti è uno dei più noti microbiologi d'Europa e divulgatore scientifico, nonché senatore della Repubblica italiana dal 2022. Già docente di Parassitologia molecolare al dipartimento di Scienze della vita all'Imperial College London e di microbiologia all'Università di Parma, la sua fama è accresciuta durante la pandemia di Covid-19 per la sua costante presenza nelle trasmissioni televisive, a cui ha preso parte nelle vesti di esperto, e per gli studi condotti in quel periodo. Crisanti, in passato, è stato anche direttore del Centro di genomica funzionale dell'Università degli Studi di Perugia e presidente del gruppo scientifico del programma Marie Curie dell'Unione Europea.

Nel 2022 è stato eletto senatore della Repubblica con il “Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista” nella circoscrizione Estero ripartizione Europa.

In una nota trasmissione Mediaset, Crisanti aveva indirettamente difeso il titolare del food truck, Giuseppe Santonocito, ritenendo che la tossina botulinica, quasi certamente responsabile della morte di Luigi Di Sarno e Tamara D'Acunto e dell'intossicazione di una ventina di clienti, probabilmente era proliferata quando uno o più barattoli contaminati erano ancora chiusi. Il microbatterio si riproduce in condizioni di scarsa presenza d'ossigeno e «non è possibile pertanto pensare che si sia moltiplicato dopo che il barattolo sia stato aperto. C’era prima», aveva dichiarato il professore.

La drammatica vicenda

Come ricorderanno i lettori, il caso botulino a Diamante è scoppiato la sera del 6 agosto scorso, con il ricovero dei primi due intossicati ricoverati all'ospedale di Cosenza. Grazie alle testimonianze dei due giovani pazienti, si è subito intuito che i prodotti contaminati, i broccoletti sott'olio con cui erano stati farciti i panini, erano stati venduti nel food truck rosso di Viale Glauco, immediatamente chiuso. Giuseppe Santonocito, è stato subito iscritto nel registro degli indagati, ma prima che gli investigatori potessero vagliare la sua versione, è rimasto vittima di una violenta gogna mediatica da parte del popolo del web, anche a causa di una serie di fake news circolate in quei giorni sulla stampa nazionale, come l'ammissione – mai avvenuta nella realtà – di aver conservato i barattoli di broccoletti sott'olio sotto il sole.

La procura di Paola, guidata dal magistrato Domenico Fiordalisi, ha comunque continuato a investigare in ogni direzione. Poco dopo ha messo sotto indagine anche i due responsabili delle ditte produttrici dei broccoletti potenzialmente incriminati, proprio per verificarne le procedure di produzione, e i successivi controlli negli stabilimenti hanno portato alla luce diverse criticità.

Tuttavia, siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e pertanto nel campo minato delle ipotesi. Ad individuare eventuali responsabilità del tragico fatto di cronaca ci penseranno il sostituto procuratore Maria Porcelli, titolare del fascicolo, e la sua squadra di lavoro. L'ultima parola spetterà poi ai giudici, al culmine di un eventuale processo che si celebrerà nelle aule di giustizia, non prima di aver ascoltato tutte le parti coinvolte e vagliato tutte le prove della difesa e dell'accusa.