Cinquant’anni fa l’omicidio Ferlaino, primo magistrato ucciso dalla ‘ndrangheta. Mattarella: «La sua vita al servizio del Paese»
Il 3 luglio del 1975 fu freddato a Lamezia a colpi di fucile da sicari mai identificati. Il Presidente della Repubblica: «Ricordare ci esorta a continuare a opporci a quanti disprezzano i valori della democrazia»
«Il 3 luglio del 1975, mentre stava rientrando a casa, il giudice Francesco Ferlaino veniva ucciso a colpi di fucile da sicari mai identificati, esponenti della malavita organizzata. Francesco Ferlaino, primo magistrato vittima della criminalità in Calabria, con le sue indagini aveva inferto duri colpi alle organizzazioni criminali, riuscendo a cogliere, con lungimiranza, la complessità della 'ndrangheta e la sua capacità di penetrare in profondità i sistemi socio-economici». Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
A 50 anni dall’omicidio l’Associazione nazionale magistrati celebra il ricordo del giudice Francesco FerlainoPer Mattarella «ricordare il suo spietato omicidio ci esorta a continuare a opporci senza sosta a quanti disprezzano i valori della società democratica, fondata sulla tutela dei diritti dei cittadini, nella prevalenza delle regole dello Stato di diritto e sulla convinta adesione alla cultura della legalità.
A distanza di cinquant'anni, desidero rinnovare i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica ai suoi familiari e a coloro che lo hanno stimato e che in questi lunghi anni ne hanno ricordato la passione e l'encomiabile impegno nello svolgimento dell'attività professionale, dedicando la sua vita a servizio del Paese».
La Russa: «Il suo assassinio un attacco allo Stato e ai suoi valori»
«A cinquant'anni dalla sua brutale uccisione, il giudice Francesco Ferlaino resta un simbolo di rigore, coraggio e dedizione alla giustizia. Fu tra i primi a comprendere la pericolosità e la forza pervasiva della 'ndrangheta, colpendola con determinazione. Il suo assassinio fu un attacco allo Stato e ai suoi valori. A lui, un deferente omaggio mio e del Senato della Repubblica. Ai suoi familiari, rinnoviamo la nostra sentita vicinanza». Così su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa.