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26/03/2025 ore 08.12
Cronaca

Cinque mezzi distrutti dalle fiamme in poche ore tra Corigliano-Rossano e Sibari: indagini in corso

Due gli episodi: nel primo caso il rogo si è sviluppato forse per un cortocircuito in un capannone industriale, nel secondo a bruciare sono stati due furgoni parcheggiati in strada e si segue la pista dolosa

di Matteo Lauria

Due incendi in poche ore hanno colpito la zona di Corigliano-Rossano, distruggendo complessivamente cinque veicoli. Il primo rogo si è verificato nella zona industriale di Corigliano, all’interno di un capannone usato per lavorazioni agricole. Il secondo episodio è avvenuto a Sibari, dove due furgoni parcheggiati lungo una strada periferica sono stati avvolti dalle fiamme. In entrambi i casi sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Corigliano-Rossano e i carabinieri.

Corigliano, ipotesi accidentale

Nel primo episodio, le fiamme hanno interessato tre mezzi: un trattore, un furgone e un’autovettura. I veicoli si trovavano parcheggiati sotto la tettoia di un capannone di un’azienda agricola. Le operazioni di spegnimento sono state complesse, ma le squadre dei vigili del fuoco sono riuscite a domare il rogo prima che si propagasse alla struttura. Secondo i primi rilievi, l’incendio potrebbe essere partito da un cortocircuito o da un guasto meccanico. Al momento, gli inquirenti tendono a escludere un’azione volontaria.

Sibari, rogo sospetto

Diversa la situazione a Sibari, dove a bruciare sono stati due furgoni, parcheggiati poco distanti l’uno dall’altro. Qui, la dinamica ha sollevato subito sospetti: le fiamme si sarebbero sviluppate in modo anomalo e in tempi ravvicinati, portando gli investigatori a seguire la pista dolosa. Non si esclude che dietro l’azione ci sia un’intimidazione. I mezzi erano entrambi in uso a un’impresa locale. Acquisite le immagini delle telecamere della zona.

Indagini in corso

I carabinieri hanno avviato accertamenti in entrambe le situazioni. A Corigliano si attendono le relazioni tecniche per chiarire la causa dell’incendio. A Sibari, invece, si lavora per identificare eventuali responsabili. I militari hanno già ascoltato alcuni testimoni e stanno ricostruendo gli spostamenti nella zona nelle ore precedenti al rogo.

La solidarietà di Papasso

«Nella notte, due mezzi di proprietà di un giovane imprenditore che opera nella zona dei Laghi di Sibari sono stati incendiati. Questo grave atto segue il rogo di una barca avvenuto solo pochi giorni prima, che, per fortuna, si presuppone sia stato causato da un incidente accidentale. Tuttavia, non possiamo ignorare che questi episodi alimentano un clima di tensione e insicurezza, arrecando danno non solo agli imprenditori ma a tutta la comunità». Così il sindaco Giovanni Papasso ha espresso la sua ferma condanna e solidarietà al giovane imprenditore.

Nella sua dichiarazione, il sindaco ha sottolineato che «i Laghi, in primis, devono rappresentare un volano di sviluppo per il nostro territorio, non possono essere teatro di malefatte e intimidazioni. Siamo dalla parte delle forze dell'ordine e della magistratura certi che, come sempre, sapranno fare piena luce sull’accaduto. Il nostro territorio merita di essere tutelato e protetto, per garantire un futuro migliore a tutti i cittadini e le imprese che con sacrificio e passione contribuiscono al suo benessere».

La denuncia di Rapani (FDI)

Dopo le parole del sindaco di Cassano Giovanni Papasso, anche il senatore Ernesto Rapani prende posizione sul grave episodio avvenuto ai Laghi di Sibari, dove un giovane imprenditore è stato vittima di un incendio doloso.

L’esponente di Fratelli d’Italia ha espresso la sua vicinanza all’imprenditore, lanciando un appello chiaro: «Denunciare è un dovere. È il primo passo per difendere il proprio lavoro e il territorio».

Secondo Rapani, dietro l’atto intimidatorio ci sarebbe il rifiuto a piegarsi a logiche mafiose: «Probabilmente si tratta di una risposta a richieste non accolte. È il metodo che la criminalità usa per esercitare potere e controllo. Davanti a questo non possiamo restare zitti».

Il senatore ha invitato la vittima a non farsi isolare: «Capisco quanto possa essere difficile, ma bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine. Prima ancora, occorre segnalare ogni minaccia e chiedere protezione. Lo Stato c’è, ma ha bisogno del coraggio di chi subisce questi attacchi».

Per Rapani, l’incendio non è solo un gesto contro una singola attività, ma un segnale inquietante per tutta la comunità: «Colpire chi lavora significa fermare lo sviluppo di un territorio. La libertà d’impresa va difesa con determinazione. Il silenzio fa il gioco dei violenti».

Infine, il senatore ha richiamato alla responsabilità collettiva: «Difendere chi non si piega è un dovere di tutti. La paura non può diventare normalità. Ogni gesto di denuncia è un passo avanti verso una Calabria libera da ricatti».