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11/07/2025 ore 07.29
Cronaca

Cosenza, nel cimitero non c’è più posto: bare ammassate in uno stanzone per mesi in attesa di un loculo

A mesi dalla prima denuncia l’emergenza rimane e forse è addirittura peggiorata. Giacomo Mancini la denuncia sui social. Il comune prova ad affrontarla con un’ordinanza

di Emilia Canonaco

«Da ragazzo andavo al cimitero a trovare mia madre, accarezzavo il suo nome inciso sulla lapide, iniziavo a piangere e smettevo soltanto dopo aver versato l’ultima lacrima». Parte da un’esperienza personale dolorosa, Giacomo Mancini, per denunciare il diritto alla sepoltura negato a decine di defunti nel cimitero di Colle Mussano a Cosenza.

Lo scorso novembre un articolo di Cosenza Channel aveva documentato la drammatica situazione rappresentata dalla mancata sepoltura di una sessantina di bare. In quell’occasione, il cappellano don Pierino Vaccari, attraverso la nostra testata, aveva lanciato un accorato appello all’amministrazione comunale bruzia, affinché mettesse fine a quello «spettacolo indecoroso».

Il nostro articolo non ha lasciato indifferente Giacomo Mancini che, dopo aver contattato il cappellano don Pierino Vaccari, è salito a Colle Mussano, deciso a fare una pubblica denuncia. «A Cosenza non c’è pace neanche per i morti. I nostri defunti devono aspettare settimane, anche mesi, per avere una sepoltura degna e giusta. Le bare vengono ammassate in uno stanzone, in attesa di un loculo o di una tomba. Al dolore dei parenti, si aggiungono sentimenti di rabbia, delusione e impotenza. Da che mondo è mondo, ognuno desidera piangere chi non c’è più, ma oggi a Cosenza tutto ciò è negato». Inizia così il video che Giacomo Mancini ha registrato nel cimitero di Colle Mussano e poi pubblicato sulla propria pagina facebook.

«Quando ci lascia una persona cara, ci consola sapere almeno che riposa in un luogo decoroso. Un sentimento che accomuna tutti, credenti e laici. Il semplice gesto di portare un fiore sulla tomba e di raccoglierci in preghiera è fonte di sollievo. Purtroppo, a Cosenza, questa umana pietà non è garantita». Il comune, intanto, prova a intervenire con un’ordinanza sindacale. 

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