Sezioni
Edizioni locali
26/09/2025 ore 12.52
Cronaca

Da oggi cento piazze per Gaza, l’Usb annuncia la mobilitazione permanente. A Cosenza in 500 per la veglia di preghiera

L’iniziativa dell’Unione sindacale di base in vista della manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma. Intanto, ieri sera nella città bruzia tantissime le persone nella chiesa di San Nicola. Il vescovo Checchinato: «Solo con la pace si cresce come comunità»

di Francesco La Luna

Per Gaza e la Flotilla, mobilitazione «permanente verso la manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma» per la Palestina. Come annunciato nelle scorse giornate anche dal Coordinamento Unical per la Palestina, l'Unione sindacale di base, unitamente a Global movement for Gaza, il movimento studenti palestinesi italiani, l'Udap, associazione dei palestinesi in Italia e la comunità palestinese in italia, proclama «lo stato di agitazione permanente e l'occupazione di cento piazze per Gaza». È comunicato sul sito del sindacato di base dopo l'annuncio delle giornate scorse.

«A partire da venerdì 26 settembre creiamo accampamenti permanenti in ogni città nelle grandi piazze. A Roma piazza dei Cinquecento, da dove è partito lo sciopero generale. A Genova nei pressi del valico 3, dove sono stati raccolti gli aiuti», conferma il sindacato. 

A Cosenza veglia di preghiera

Intanto ieri sera tanti i fedeli, ma non solo, hanno preso parte alla preghiera per Gaza convocata dal vescovo del capoluogo bruzio, monsignor Giovanni Checchinato. Qualcuno è un volto noto del movimentismo, che ha ritenuto opportuno prendere parte al momento prima della preghiera dopo aver visto ieri il vescovo fermarsi al sit-in per la Palestina in Piazza Kennedy. Un momento di profonda commozione partito dall’ultimo tratto del centralissimo Corso Mazzini, con una breve passeggiata che ha condotto fino alla chiesa di San Nicola, pochi metri più avanti.

«Tanti cristiani e tante cristiane hanno già scelto di partecipare alle varie manifestazioni organizzate nei giorni scorsi, anche qui a Cosenza», spiega ai nostri microfoni il vescovo della Diocesi Cosenza-Bisignano riferendosi sia alla manifestazione di piazza dello scorso 22 settembre sia a quella avvenuta mercoledì sera dopo gli attacchi alla Global Sumud Flotilla.

Checchinato: «Solo con la pace si cresce come comunità»

Checchinato poi prosegue: «Vogliamo quindi pregare il Signore affinché disarmi le mani di coloro che fanno del male e, allo stesso tempo, disarmi anche il nostro cuore, perché tante volte rischiamo di rispondere con la stessa moneta, e questo non va bene».

Lo sguardo e il cuore a Gaza, dove è in atto un genocidio, ma non manca un occhio anche ai tremendi venti di guerra che spirano: «Il disarmo e la non violenza hanno criteri diversi: è solo con la pace che si può crescere come comunità umana, che vuole il bene della storia e dell’intero cosmo». In testa al breve corteo che ha condotto in chiesa la gente un bandierone della pace posto sui gradini d’ingresso della Chiesa, all’interno della quale hanno preso posto anche più persone di quante se ne vedessero in piazza.

Il messaggio del Cardinale Pizzaballa: «È rimasto solo poco riso da mangiare»

Dopo la lettura del messaggio di Papa Leone XIV per la gente di Gaza e l’introduzione alla preghiera di Monsignor Checchinato, è stato proiettato un videomessaggio del cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, indirizzato direttamente alla Diocesi di Cosenza-Bisignano e ai suoi fedeli.

«Per poter guarire le ferite causate da quello che sta succedendo – spiega il porporato nel video – serviranno degli anni. I dolori sono profondissimi, l’odio causato da questa guerra lascerà strascichi in tutte le future generazioni».

Pizzaballa poi continua: «Qui la gente muore di fame. È rimasto qualcosa da mangiare: solo poco riso». Il cardinale, fra i papabili prima dell’elezione di Prevost, ha raccontato ciò che tutti i giorni vede con i propri occhi, parlando della sofferenza del popolo palestinese sotto le bombe israeliane. Un messaggio che ha toccato il cuore di tutti perché arrivato direttametne dall’altra parte del mondo. Quella che rischia di morire nell’indifferenza.