Dal privato all’ospedale via whatsapp, la segretaria del primario arrestato: «Solo due pazienti per volta, quella è una struttura pubblica»
VIDEO | Dopo il passaggio nello studio medico e il pagamento delle somme di denaro, i pazienti venivano contattati direttamente dall’ospedale senza prenotazione al cup e ticket sanitario. Per chi indaga, una vera e propria privatizzazione del reparto di oculistica
C’era un tariffario e due chat di messaggistica istantanea per gestire al meglio il passaggio dei pazienti dallo studio privato al reparto di oculistica dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro.
Il sistema Scorcia
È lo stesso gip, Chiara Esposito, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, a definirlo il “sistema Scorcia”, il primario del reparto di oculistica finito agli arresti domiciliari insieme alla segretaria dello studio privato,
Maria Battagli a ritenuta longa manus del medico nell’organizzazione degli interventi chirurgici. Sarebbe stata lei a curare il transito dei pazienti dal privato al pubblico, i nominativi comunicati dallo studio al reparto di oculistica attraverso chat di whatsapp per l’inserimento nelle agende di prenotazione e poi nelle liste operatorie dell’ospedale senza transitare per il cup e senza il pagamento del ticket ospedaliero.Il gruppo interventi
L’esistenza dei gruppi di messaggistica istantanea è emersa dopo l’acquisizione dei dispositivi telefonici da parte delle fiamme gialle che hanno eseguito le perquisizioni nel giugno del 2023. “Distacchi”, così si chiamava la prima a cui partecipava la segretaria e i medici dell’equipe del reparto di oculistica, e poi la seconda “Gruppo interventi”. Attraverso questo canale sarebbero stati trasmessi i nominativi dei pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico “saltando la fila” e dietro corresponsione di somme di denaro.
Il tariffario
Secondo il tariffario in uso nello studio privato, 300 euro per un intervento di cataratta e 500 euro per un distacco di retina o un trapianto di tessuto corneale. Per chi indaga, il modus operandi era ben definito e collaudato nel tempo, il paziente sarebbe arrivato allo studio privato su sua iniziativa o perché inviato da un altro medico, qui Scorcia gli avrebbe prospettato la necessità di un intervento chirurgico urgente per poi passare alla segreteria per l’incasso delle somme.
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Infine, contattato da personale del reparto di oculistica dell’ospedale per le operazioni pre-ricovero. Ai pazienti dubbiosi che chiedevano se in effetti l’intervento si sarebbe poi svolto in forma privata o pubblica, la segretaria avrebbe risposto facendo riferimento a una non meglio precisata “convenzione” tra l’azienda ospedaliera e lo studio privato, in realtà inesistente. Il pagamento delle ingenti somme di denaro spacciate come necessarie per l’inserimento nelle liste d’attesa. Sono le stesse intercettazioni a incastrare primario e segretaria.
"Non è la nostra clinica privata”
Nel maggio del 2023, Maria Battaglia parla al telefono con una paziente garantendo lei stessa l’inserimento nelle liste d’attesa dell’ospedale: «Io la metto il 15 – assicura – la parcella è di 400 euro e poi operata nell’arco di 6/7 mesi a Germaneto». In un’altra conversazione si spinge anche oltre, ad una paziente che chiede di essere operata in tempi brevi spiega: «Un paziente non può chiedere di essere operato il giorno dopo. Non è la nostra clinica privata, il professore Scorcia può mettere due pazienti dei suoi, dello studio, - specifica – e tutto il resto è ambulatoriale perché quella là è una struttura pubblica».
Associazione a delinquere
Per chi indaga, esiste una associazione a delinquere creata allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di falso, truffa, concussione e peculato realizzata attraverso un sistema privato di prenotazioni e prestazioni erogate dal reparto di oculistica del Mater Domini che avrebbe coinvolto anche l’equipe medica oculistica di Scorcia per garantire un trattamento “privilegiato” ai pazienti provenienti dallo studio privato. Prova della consapevolezza dell’illiceità delle condotte sarebbe, per il gip, l’atteggiamento assunto dal medico dopo le prime perquisizioni condotte dalle fiamme gialle. Scorcia, tramite la sua segretaria, avrebbe comunicato ai pazienti di studio che per qualche tempo non avrebbe più svolto visite mediche private, invitandoli a contattare il cup per prenotare le visite mediche.