Dalle logge massoniche ai rapporti con i Mancuso, l’ultimo affondo della Dda su Pittelli: «Ha travalicato il mandato difensivo»
In una corposa memoria di oltre 1000 pagine, l’accusa deposita agli atti del processo d’appello tutto il materiale raccolto nel procedimento di primo grado. La loggia Pitagora e l’appoggio alle elezioni del 2006, «le condotte extra ordinem» e la ricerca dei verbali del pentito Mantella
«… un patrimonio di conoscenze e rapporti e, quindi, di possibilità» sarebbe stato messo dall’avvocato Giancarlo Pittelli a disposizione della cosca capeggiata dal boss Luigi Mancuso.
Un lungo capitolo della corposa memoria finale che il pg Luigi Maffia e i pm della Dda di Catanzaro, Annamaria frustaci e Antonio De Bernardo, hanno depositato nel processo d’appello Rinascita Scott viene dedicato dall’accusa a Pittelli, condannato a 11 anni in primo grado nel maxi-processo istruito contro le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese.
Questa memoria è una summa di quello è stato il processo di primo grado, con le testimonianze di tutti gli attori coinvolti e le deduzioni dell’accusa.
Il rapporto con Luigi Mancuso
Tra i reati per i quali è stato condannato Pittelli c’è il concorso esterno in associazione mafiosa. I collaboratori di giustizia, spiega l’accusa, descrivono «con più chiamate convergenti», un avvocato «propenso a piegare il mandato difensivo a finalità allo stesso estranee, massone, politico eletto con l’appoggio delle logge massoniche e della ‘ndrangheta ed in particolare dei Mancuso disposto a sfruttare le sue conoscenze, a corrompere o indurre al reato pubblici ufficiali, a recuperare e riferire notizie coperte da segreto per favorire i Mancuso». Il rapporto più stretto l’avvocato lo avrebbe coltivato con il boss Luigi Mancuso: «Non priva di rilievo è la circostanza che l’imputato riceva l’incarico di curare le questioni di interesse della consorteria, direttamente dal più “autorevole” rappresentante di quest’ultima, Luigi Mancuso, capo indiscusso della Locale di Limbadi, il quale lo convoca personalmente, anche nel periodo in cui si rendeva “irreperibile” per sottrarsi alla sorveglianza speciale, e mostra di riporre piena fiducia nell’imputato, al quale, infatti, ripetutamente affida la cura di questioni di interesse del sodalizio e il soddisfacimento di esigenze di quest’ultimo», scrivono i giudici di primo grado nella sentenza che ha comminato 11 anni di reclusione all’imputato
La massoneria occulta e le logge coperte
Un importante contributo su quella che viene definita la massoneria deviata è stato dato dal collaboratore di giustizia Cosimo Virgilio il quale ha spiegato che esiste una massoneria non ufficiale, fatta di pubblici ufficiali ma anche di appartenenti alla criminalità organizzata. I primi (magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine, agenti delle dogane) vengono denominati “sussurrati all’orecchio” e la loro appartenenza alla massoneria è nota soltanto al Maestro Venerabile e al Gran Maestro. I secondi sono chiamati “sacrati sulla spada” e di questo gruppo avrebbero fatto parte Giovanni Mancuso e il boss Luigi Mancuso. Sia i “sussurrati all’orecchio” che i “sacrati sulla spada” non comparivano negli elenchi ufficiali redatti “per lo Stato”.
I “sussurrati all’orecchio” venivano raccolti in delle “logge satellite”. Queste ultime erano logge non riconosciute, quindi “coperte”, “nascoste”. Tra le logge coperte, Virgilio ha indicato quelle operanti a Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone ( la loggia “Pitagora”); a Tropea, Nicotera e Limbadi operava, invece, la loggia “Amor di Patria 1784”.
La loggia Pitagora e l’appoggio alle elezioni del 2006
Stando a quello che dice Virgilio, l’avvocato Pittelli faceva parte della loggia “Pitagora” ed era stato individuato dalla massoneria (in tutte le sue componenti, sia quella ufficiale che quella occulta) quale candidato alle elezioni politiche del 2006, «anche per le possibilità che questi aveva di relazionarsi con i magistrati». Ma non solo. Per appoggiare Pittelli la massoneria «si era rivolta alla criminalità organizzata». Lo stesso Virgilio si sarebbe recato personalmente dai «Trapasso, Leonardo e Giovanni – “grande amico di Rocco Molè” e al vertice dell’omonima cosca di Steccato di Cutro – per sponsorizzare la candidatura del legale, insieme proprio a Sabatino Marrazzo, che si era occupato di fare lo stesso anche sul versante tirrenico, dove, come riferito dal collaboratore, il punto di riferimento erano i Mancuso».
«Travalicato il mandato difensivo»
Diverse sono le accuse indirizzate a dimostrare che l’avvocato Giancarlo Pittelli fosse «solito travalicare il mandato difensivo, assumendo sistematicamente delle condotte extra ordinem».
I magistrati elencano: «… lo fa nell’interesse del proprio assistito Mazzei Giuseppe (imprenditore per il quale si rivolge al colonnello Naselli Giorgio per ottenere informazioni coperte dal segreto istruttorio); lo fa nell’interesse di Delfino Rocco (imprenditore dei Piromalli di cui assume la difesa su precipua richiesta di Mancuso Luigi, in favore del quale si rivolge allo stesso Colonello Naselli per ottenere informazioni riservate); lo fa nell’interesse di Sacchi Maurizio (imprenditore del settore dei diamanti con il quale pone in essere delle condotte di riciclaggio contestate al difensore dalla Procura di Milano, ndr).
La ricerca dei verbali di Mantella
Non ultima c’è l’ormai nota vicenda della ricerca dei verbali, nel 2016, dell’allora nuovo collaboratore di giustizia Andrea Mantella. Una ricerca rivolta dal Luigi Mancuso a Pittelli.
I giudici di primo grado la riassumono così: «Luigi Mancuso si rivolge a Giancarlo Pittelli consapevole di poter confidare sulla importante rete di relazioni dell’avvocato, il quale non esita ad attivarla prontamente a beneficio dell’associazione. Quest’ultima, dunque, attraverso il fondamentale apporto dell’imputato, riesce ad allungare i propri tentacoli, a raggiungere e ad insinuarsi abilmente all’interno delle istituzioni e dell’imprenditoria, ottenendo così, ad esempio: l’intervento dell’agente della Dia di Catanzaro, Michele Marinaro, che in data 14 dicembre 2016 giungerà ad acquisire illegittimamente, sfruttando una situazione di apparente legalità, informazioni sul dichiarato del collaboratore Mantella ancora coperto da segreto istruttorio».