Dipendenti sfruttati nei supermercati del Catanzarese, condannato a sette anni l’imprenditore Paoletti
Il gup ha comminato cinque condanne e deciso per un’assoluzione. Sono 42 le parti civili da risarcire. Tra le accuse, retribuzioni inadeguate e restituzione in contanti di parte dello stipendio
Il gup del Tribunale di Catanzaro, Mario Santoemma, ha emesso cinque condanne e deciso per un’assoluzione nel procedimento, con rito abbreviato, sul presunto sfruttamento dei lavoratori nei supermercati del gruppo Paoletti distribuiti tra Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale.
Il giudice ha comminato una condanna a 7 anni, 9 mesi e 10 giorni nei confronti di, una multa di 4.700 euro, interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale per la durata della pena nei confronti di Paolo Paoletti, titolare dei supermercati (chiesti 14 anni e 4000 euro di multa); 4 anni, 11 mesi e 16 giorni e una multa di 2.733 euro nei confronti della moglie Anna Valentino (chiesti 9 anni e 2 mesi e 2000 euro di multa); 2 anni e 10 mesi e una multa di 3.800 euro nei confronti di Vittorio Fusto, dipendente di Paoletti (chiesti 7 anni, 11 mesi e 3 giorni e 1. 500 euro di multa); 3 anni, 2 mesi e 26 giorni e 1.067 euro di multa nei confronti della collaboratrice Tiziana Nisticò (chiesti 4 anni, 11 mesi 20 giorni e 1200 euro di multa); assolto il figlio dell’imprenditore, Rosario Martinez Paoletti (chiesti un anno e 4 mesi”; un anno e 4 mesi, pena sospesa, nei confronti di Vito Doria, conciliatore sindacale della Uila (chiesti 2 anni).
Il gup ha condannato Paoletti, Valentino e Fusto a risarcire tre parti civili e ha condannato Paoletti, Valentino, Fisto e Nisticò a risarcire 39 parti civili tra dipendenti dei supermercati e Cgil Calabria e Filcams Cgil Calabria.
Rigettata la richiesta di provvisionale per le parti civili e di confisca delle società Food & More srl e Paoletti spa e confermato il controllo giudiziario delle stesse.
La vicenda
L’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, e coordinata dal pm Saverio Sapia, ha portato alla contestazione di retribuzioni inadeguate, o comunque insufficienti rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto (4,00 euro all’ora, a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana) parte delle retribuzioni sottratte (con restituzione in contanti) dietro la minaccia del licenziamento e facendo leva sullo stato di bisogno dei dipendenti.
Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Vincenzo Vaiti, Domenico Cortese, Salvatore Giunone, Marco Sinopoli, Francesco Gambardella, Antonio Balladelli, Cristiano Nuzzi.