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29/07/2025 ore 10.46
Cronaca

«Facciamo intervenire anche Gratteri»: così la moglie del finto pentito tentò di diventare portavoce della legalità (e fallì)

La consorte di Vincenzo Antonio Iervasi intercettata mentre parla di un invito a un programma televisivo. I carabinieri: «Piano diabolico». Ma i due coniugi non sono stati inseriti nel programma di protezione

di Alessia Truzzolillo

I suoi verbali sono stati riversati nel processo Karpanthos che mira a fare luce sulle cosche di ‘ndrangheta della Presila catanzarese. Ha parlato di compravendita di voti e di tanto altro commesso in quel del Comune di Cerva, dove la cosca Carpino avrebbe imperversato anche grazie al gruppo capeggiato, secondo l’accusa, da Vincenzo Antonio Iervasi.
Iervasi parla con la Dda di Catanzaro da giugno 2024 ma lui e la sua famiglia non sono entrati nel programma di protezione in seguito ad alcune intercettazioni effettuate nei confronti dell’uomo dalle quali sarebbero emerse delle gravi forzature suggerite dalla moglie, Luigina Marchio, su quello che il marito avrebbe dovuto raccontare ai magistrati.
«Non ti fare scrupoli… infama qualche altro che è vivo», è una delle frasi intercettate dai carabinieri della Provinciale di Catanzaro.

«Infama qualche altro, non ti fare scrupoli», i suggerimenti della moglie del “pentito” per entrare nel programma di protezione

In un verbale i militari hanno annotato il fatto che «la donna non si limitava a dettare la strategia da seguire, ma si preoccupava di spiegare che l'utilizzo di tale articolato disegno criminoso, si rendeva necessario per ottenere l'attribuzione dello status di collaboratore di giustizia, visto che a suo modo di vedere le cose, sarebbe stata proprio l'indicazione di fatti e circostanze nuovi a sbloccare il limbo nel quale l'uomo e la sua famiglia si trovavano; proseguiva quindi la propria opera di convincimento spronando Vincenzo Antonio Iervasi a non piangere durante l'interrogatorio e a dimostrarsi freddo e determinato, preparandosi a dovere sulla versione da fornire ai magistrati».

La (falsa) promessa di 20mila euro in cambio di voti: il pentito racconta gli incroci tra politica e clan nel Catanzarese

Un piano, quello della moglie, che i carabinieri non esitano a definire «diabolico». L’intento di accreditarsi come famiglia convertita alla giustizia avrebbe portato la donna ad essere contattata per partecipare «a un programma televisivo dove avrebbe potuto rendere pubblica la sua storia anche alla presenza del procuratore Gratteri». Una prospettiva che Marchio riferisce al marito durante una telefonata con l’utenza telefonica con la casa circondariale dove è detenuto l’uomo. «Antonio – annotano gli investigatori – chiede se andrà tutto bene e la donna lo rassicura e poi riferisce che nel corso della settimana successiva saprà quando avverrà l'intervista che si terrà a Torino e dalla quale discenderà la partecipazione della donna al programma con Gratteri nel quale lei sarà la portavoce femminile per le legalità».
«Hanno contattato la tua avvocatessa! e vogliono proprio Luigina Marchio, proprio!», dice la stessa Marchio a Iervasi.
«Mhh, ho capito! E ma ancora non c'è nessuna novità, no?», chiede il marito.
«Ancora no. E per questo che l'avvocatessa dice facciamo intervenire anche Gratteri... Perché se non facciamo rumore, questi cercano "mu cumbogghianu" (di coprire, ndr) chi ha fatto i danni, hai capito?», risponde la moglie.
Un tentativo andato a vuoto. La vicenda è recentissima, risale al 21 maggio scorso. Ma Marchio è posta sotto intercettazione da molto più tempo, da quando la Dda di Catanzaro ha subodorato il tentativo di manipolare le dichiarazioni del marito senza «farsi scrupoli».