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29/05/2025 ore 21.37
Cronaca

Farmabusiness, definitive 10 condanne: pene pesanti per i familiari del boss Grande Aracri, moglie e figlia al vertice del clan

La prima sezione della Cassazione dichiara inammissibili anche il ricorso di Scozzafava, ex antennista che teneva i rapporti con colletti bianchi e politica, e di due commercialisti

di Alessia Truzzolillo

La prima sezione della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi e ha accolto le richieste della Procura generale nell’ambito del procedimento denominato Farmabusiness, incardinato dalla Dda di Catanzaro contro gli affari illeciti della cosca Grande Aracri nel business della vendita all’ingrosso dei farmaci.
Dieci condanne diventano definitive come quella nei confronti dell’avvocato Domenico Grande Aracri, fratello del boss Nicolino, oggi recluso al 41bis.
Condannate anche la moglie e la figlia del boss: Giuseppina Mauro a 13 anni e 8 mesi ed Elisabetta Grande Aracri a 8 anni, considerate esponenti di vertice del clan. Undici anni e 8 mesi è la condanna per Domenico Scozzafava, ex antennista Sky, il fulcro della truffa dei farmaci e il trait d’union tra la cosca Grande Aracri, i colletti bianchi e la politica.
Condannato a 10 anni e 8 mesi Giuseppe Ciampà il quale, aveva il compito di accaparrarsi l’affare del commercio del cippato determinando i prezzi di acquisto e di vendita e sfruttando il sistema illecito delle false fatturazioni per conseguire ancora più ingenti profitti da destinare alla bacinella.
Definitive le condanne anche per due commercialisti: Leonardo Villirillo, 10 anni e 8 mesi, e Paolo De Sole 8 anni e 4 mesi. Hanno partecipato alle riunioni con gli esponenti apicali del sodalizio di ‘ndrangheta cutrese mettendo a disposizione, rispettivamente, la propria opera professionale di commercialista.

Secondo l’accusa, a organizzare l’affare dei farmaci per conto della cosca si sarebbe particolarmente prodigato Salvatore Grande Aracri, classe ’79, nei confronti del quale è stata emessa una pena di 11 anni e 8 mesi. Condannato Salvatore Francesco Romano, a 11 anni e 4 mesi – genero di Ernesto Grande Aracri, fratello del boss Nicolino – affiliato alla consorteria col compito di promuovere le attività illecite in assenza del suocero: estorsioni, gestione dell’arsenale “ambasciate” dal carcere.
Condannato Salvatore Grande Aracri, classe ‘86, a 10 anni e 8 mesi – figlio di un esponente vertice come Antonio Grande Aracri –per conto della cosca, si occupa della lavorazione di legnami e trasporto cippato, impegnandosi a destinare parte dei proventi inerenti tale attività nella bacinella della consorteria, anche per il tramite di false operazioni contabili.