Favori alla cosca Giglio negli appalti a Strongoli, chiesto il processo per 11 persone tra politici e funzionari - NOMI
Autorizzazioni senza tener conto della certificazione antimafia, appalti pubblici aggiudicati in maniera irregolare, irregolarità sanate e white list ingannate, gli omaggi al capo cosca Salvatore Giglio. Tutte le accuse della Dda di Catanzaro
Avrà inizio il 22 gennaio l’udienza preliminare a carico di 11 persone a vario titolo accusate di concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, falso ideologico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Al centro dell’inchiesta – coordinata dal procuratore di Catanzaro Salvatore Curcio e dal sostituto Elio Romano – ci sono imprenditori, politici e pubblici ufficiali accusati che avrebbero favorito la consorteria di ‘ndrangheta Giglio di Strongoli nell’ottenere appalti, autorizzazioni o lavori in subappalto.
In particolare la Dda di Catanzaro accusa Luigi Salvatore Benincasa, classe ’68, responsabile dell’Area tecnica del Comune di Strongoli, di concorso esterno perché dal 2012 al 2025 avrebbe favorito la cosca Giglio in diverse occasioni.
Nel 2012 avrebbe concesso al figlio del capo cosca Salvatore Giglio, classe ’65, l’autorizzazione all’installazione di un chiosco per vendere fiori fuori dal cimitero di Strongoli, e la proroga nel 2014, anche senza la prevista certificazione antimafia.
Nel 2014 avrebbe affidato in maniera diretta il servizio di pulizia spiagge ad una azienda agricola sottoposta a estorsione da parte della cosca Giglio, permettendo così alla società di corrispondere alla cosca parte dell’importo dei lavori.
Dal 2014 al 2016 avrebbe concesso a una ditta considerata vicina alla cosca Giglio la proroga del servizio di pulizia dei locali comunali e, a seguito delle verifiche effettuate dalla commissione di accesso prefettizia, avrebbe negato di aver avuto delega per la gestione di quel servizio e per allontanare da sé i sospetti avrebbe creato atti falsi a firma di altri che legittimassero quelle proroghe.
Per omaggiare il capo cosca Salvatore Giglio, dal 20 al 24 marzo 2017 avrebbe disposto il servizio di pulizia della strada provinciale 53 che conduce al Santuario Vergadoro perché in quel luogo il primo aprile si sarebbero celebrati il matrimonio del figlio del boss e il battesimo del nipote.
Nel 2021 avrebbe effettuato ripetuti affidamenti diretti a una ditta vicina a Salvatore Giglio che aveva come dipendente il fratello del capo cosca.
Dal 2021 al 2023, nonostante il servizio di pulizia spiagge fosse stato inserito nell’appalto di Raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti solidi urbani, servizio aggiudicato alla Tecnew s.r.l, una impresa considerata contigua alla cosca Giglio, che aveva tra i suoi dipendenti diversi soggetti pregiudicati o parenti di pregiudicati, anche per reati di mafia, Benincasa avrebbe affidato in maniera diretta il servizio di pulizia arenile ad altre imprese permettendo così alla ditta di risparmiare il costo relativo alla pulizia dell’arenile.
Nel 2023 avrebbe veicolato il concorso per “un incarico di collaborazione di due esperti tecnici profilo junior ciascuno 50% dell’importo riconosciuto per l’attuazione degli interventi del piano di ripresa e resilienza (P.N.R.R.)” permettendo alla figlia di Salvatore Valente, già esponente di spicco della cosca Valente (assassinato in un agguato mafioso avvenuto a Strongoli il 26febbraio 2000 al culmine della faida intestina tra le cosche Giglio e Valente, un tempo alleate), di ottenere il primo dei due posti messi a concorso, attestando falsamente che non vi erano cause di conflitto di interesse anche potenziale. Una condotta illecita alla quale avrebbero preso parte, macchiandosi di falso ideologico aggravato, oltre allo stesso Benincasa anche Pasquale Barbuto e Mariolina Pastore, componenti esterni/esperti della commissione esaminatrice.
Nel 2023, Benincasa al Comune di Ciro Superiore aveva una collaborazione per effetto della quale dirigeva l’ufficio tecnico del Comune: in quel periodo, in relazione alla gara d’appalto indetta per la Raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti solidi urbani, dichiarata deserta in quanto l’unica offerta presentata da una ditta contigua alla cosca Giglio era stata ritenuta incompleta, avrebbe valutato la possibilità di ripresentare un identico capitolato d’appalto che avrebbe permesso alla ditta di presentare nuovamente l’offerta sanando l’irregolarità che aveva portato alla sua precedente esclusione.
Anche Salvatore Benincasa, classe ’81, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa poiché, in qualità di rappresentante legale di una società, avrebbe permesso in più occasioni di coinvolgere in lavori in subappalto irregolare una ditta di costruzioni di un soggetto con rapporti di comparaggio con il capo cosca Salvatore Giglio.
Inoltre Salvatore Benincasa avrebbe avuto alle dipendenze, per circa sei mesi, uno degli esponenti della cosca, ovvero il fratello del capo cosca Salvatore Giglio, Pasquale Giglio, detto Pasqualino, che avrebbe lavorato per Salvatore Benincasa sotto diverse matricole aziendali per poter rientrare nella “White list”della Prefettura di Crotone.
Indagati per turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso sono poi Luigi Salvatore Benincasa, responsabile dell’Area tecnica del Comune di Strongoli; Sergio Bruno e Francesco Costantino, appartenenti alla giunta comunale di Strongoli; Alfonso Della Corte e Mario Martino, responsabili della Tecnew s.r.l, società considerata collegata alla cosca di ‘ndrangheta Giglio.
Secondo l’accusa la ditta avrebbe usufruito dell’appalto per la raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, in maniera illecita e grazie alla collusione di politici e pubblici ufficiali.
Sono accusati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, Luigi Salvatore Benincasa, responsabile dell’Area tecnica del Comune di Strongoli, Sergio Bruno, sindaco del comune di Strongoli, Ferdinando Greco, Tommaso Gallo, Vincenzo Lucente (professionisti a cui veniva affidato il progetto per la realizzazione dell’impianto) poiché avrebbero turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione, con riferimento al Progetto per l’impianto polisportivo coperto.
In particolare, – sostiene l’accusa – i professionisti si sarebbero accordati con l’amministrazione comunale sulla presentazione dell’offerta economica stabilendola spartizione tra loro dell’importo previsto per la progettazione e, dopo che i professionisti avevano raggiunto l’accordo fra di loro per la spartizione dell’importo previsto per la progettazione, Benincasa avrebbe effettuato la riapertura del portale per consentire la presentazione dell’offerta a cura del professionista individuato dal sindaco Bruno, che si era incaricato di presentare la proposta economica al Comune.
Il 22 gennaio avrà inizio l’udienza preliminare per Luigi Salvatore Benincasa, classe ’68, Salvatore Benincasa, classe ’81, Pasquale Barbuto, Mariolina Pastore, Sergio Bruno, Francesco Costantino, Alfonso Della Corte, Mario Martino, Ferdinando Greco, Tommaso Gallo, Vincenzo Lucente.