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09/07/2025 ore 17.04
Cronaca

Francesco Minisci scelto per la procura di Frosinone: dagli inizi a Cosenza al gruppo antiterrorismo

Originario di San Demetrio Corone, il togato vanta esperienze anche sul fronte antimafia. Nei primi anni del Duemila seguì il processo Twister

di Antonio Alizzi

Esperto di criminalità organizzata, gestione dei collaboratori di giustizia e indagini antimafia, il magistrato Francesco Minisci, originario di San Demetrio Corone, è stato nominato nuovo procuratore della Repubblica di Frosinone. Il suo percorso è tra i più solidi con oltre vent’anni di servizio maturati tra Cosenza, Catanzaro e Roma, sempre sul fronte più esposto della giustizia penale.

Francesco Minisci, gli inizi a Cosenza e l’esperienza in Dda

Minisci entra in magistratura nel 1997 e dal 1999 presta servizio alla procura della Repubblica di Cosenza come sostituto procuratore. In dieci anni si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, criminalità economica, usura e attacchi a operatori economici da parte di gruppi criminali, svolgendo spesso funzioni di coordinamento. Dal 2002 viene applicato stabilmente alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dove tratta delitti di 'ndrangheta, estorsioni, usura e traffici di droga aggravati dal metodo mafioso, nonché omicidi di matrice mafiosa. Uno dei procedimenti affrontati in dibattimento era Twister, l'indagine contro l'usura a Cosenza. L’esperienza calabrese, arricchita da supplenze alla Procura Generale di Catanzaro, forma la base solida per il passaggio a una realtà ancora più complessa.

Il passaggio a Roma: terrorismo e processi delicatissimi

Nel 2009 è trasferito alla procura della Repubblica di Roma, dove inizia occupandosi di reati gravi contro il patrimonio, usura ed estorsione. Dal 2011 entra nel gruppo antiterrorismo, seguendo inchieste legate all’anarco-insurrezionalismo e all’antagonismo sociale. Nel 2013 approda alla Dda capitolina, dove resta per un decennio, distinguendosi per la gestione di procedimenti ad alta complessità e per la capacità di lavorare in stretta sinergia con la polizia giudiziaria, con le altre Dda e con le autorità straniere, anche tramite rogatorie internazionali.

Tra i suoi incarichi, la gestione giuridica e amministrativa di collaboratori di giustizia in materia di ‘ndrangheta e criminalità romana, nonché la rappresentanza dell’accusa in processi di rilevante delicatezza, condotti spesso dopo aver coordinato le indagini.

Le valutazioni: professionalità e rigore

Secondo il Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello di Roma, che ha espresso un giudizio altamente positivo nel marzo 2024, Minisci ha sempre mostrato «rigore giuridico, chiarezza espositiva, acume investigativo e grande senso pratico», con una professionalità “encomiabile” e uno standard qualitativo eccellente nella redazione degli atti e nella conduzione delle indagini.

Particolare apprezzamento viene riservato anche alla sua efficacia in aula: «Ha garantito l’eccellenza nella funzione requirente grazie alla padronanza delle tecniche di esame e controesame e alla capacità di elaborare strategie processuali di alto profilo», si legge nel parere. Dal 2023 è tornato nel gruppo antiterrorismo della procura di Roma, mentre si avviava il percorso che lo avrebbe portato a Frosinone.