Gita negata a un alunno disabile reggino perché l’Asp ignora la pec: «È rimasto da solo in classe»
Non autorizzata la presenza di un infermiere. L’amarezza della famiglia del bambino di Monasterace: «Chi ripagherà Pasquale di questa leggerezza?»
Una visita guidata all’interno di un centro sportivo a Catona, con i compagni di classe e i professori, lontano dalla famiglia. Un momento formativo al di fuori dalle aule e dai banchi di scuola. Un diritto per tutti gli studenti. Ma che a Pasqualino, alunno di 10 anni affetto da grave disabilità dell’istituto comprensivo di Monasterace, è stato negato.
Da parte dell’Asp di Reggio Calabria non è infatti pervenuta l’autorizzazione alla presenza dell’infermiere. Una circostanza consentita dalla legge, al fine di garantire maggiore tutela considerate le condizioni del bambino. Non ricevendo alcuna risposta in merito, il padre si è recato al distretto sanitario di Siderno dove gli è stato comunicato che la pec era stata letta, ma nel contempo era stata trasferita da un ufficio all’altro in un rimpallo di responsabilità.
«Dopo aver mandato ben due richieste all'Asl per l’autorizzazione all’accompagnamento dell’infermiera durante la visita guidata – raccontano i genitori Saverio e Serena - non abbiamo ricevuto alcuna risposta».
Benché fosse tutto pronto, incluso il pullman con la pedana per l’accesso della carrozzina, Pasqualino non è potuto partire insieme ai suoi compagni. «Speravamo fino alla fine che l'Asl rispondesse alla richiesta, ma la cosa più struggente è che dopo aver capito che non sarebbe andato in gita ha pianto. Ma nonostante questo dolore gli abbiamo comunque chiesto se volesse andare ugualmente a scuola e ha risposto di sì, anche sapendo non ci sarebbero stati i suoi compagni». E così alla fine questa storia si è conclusa con Pasquale rimasto da solo in classe.
«Resta il rammarico di non aver potuto garantire a Pasquale una giornata serena insieme ai suoi compagni, nel non avergli potuto far godere un momento di socialità con chi condivide i suoi stessi desideri – spiega ancora la famiglia - Pasquale, nonostante la sua complessa condizione vuole vivere e condividere le medesime esperienze dei suoi coetanei. E tutto ciò sembra più grottesco se si pensa che ad impedirglielo sono stati gli stessi soggetti che invece dovrebbero garantire che i suoi diritti si realizzino in maniera efficace. Chi ripagherà Pasquale della leggerezza che non ha potuto vivere, della gioia e dei sorrisi rimasti a scuola, soli in una classe vuota?».