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05/05/2025 ore 17.27
Cronaca

«Ho sparato a mio figlio Bruno perché ero disperato»: la confessione di Francesco Di Cello dopo l’omicidio a Lamezia

Nell’interrogatorio di garanzia il 64enne conferma le dichiarazioni rese agli inquirenti dopo i fatti. Ricostruito un contesto fatto di litigi, continue richieste di denaro e minacce esplicite ai familiari. Domani l’autopsia sul corpo della vittima

di Redazione Cronaca

Ha confermato di aver sparato un colpo in faccia al figlio nei pressi della casa dove il giovane viveva da solo in località Marinella, quartiere balneare di Lamezia Terme, Francesco Di Cello, il sessantaquattrenne che venerdì mattina ha ucciso il figlio trentenne, Bruno.

L'uomo, assistito dai suoi legali, Renzo Andricciola e Pino Spinelli, nell'interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi in Tribunale a Lamezia Terme, davanti al gip e al pm, è apparso provato e ha parlato della crisi familiare in atto da tempo. Di Cello, secondo quanto si è appreso, ha ribadito la disperazione che si viveva in casa. I contrasti e i continui litigi, le reiterate richieste di denaro da parte del figlio ai genitori. E poi le minacce esplicite al padre e a tutti i familiari, in un contesto che sarebbe divenuto non più sopportabile.

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Nel corso dell'interrogatorio, si è fatto riferimento alle passate vicende, come a quelle relative alla denuncia da parte dei genitori nei confronti di Bruno Di Cello e dalle quali è poi scaturita una condanna per estorsione. Nelle prossime ore, attesa dal gip la convalida del fermo. Domani l'autopsia sul corpo di Bruno Di Cello e poi la restituzione della salma per i funerali.