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17/05/2025 ore 11.05
Cronaca

«Il congresso regionale del Pd è una farsa senza confronto»: a San Giovanni in Fiore esplode il dissenso

Forte la critica di alcuni esponenti dem del comune silano per «l'assenza di contraddittorio. Un documento mette in evidenza il divario tra la leadership e la base del partito

di Redazione Politica

Nella giornata di venerdì 16 maggio 2025, è iniziato l’iter congressuale del Partito Democratico in Calabria che, porterà all’elezione dei vari organismi regionali, provinciali e territoriali del Partito. Al circolo di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, però, è andata in scena una particolare forma di protesta da parte di diversi iscritti al Partito: è stata letta e depositata nel Verbale di voto una “Mozione di Dissenso” con la quale è stato contestato il metodo di svolgimento dei Congressi, non preceduti, «come buonsenso richiederebbe né da un dibattito interno ai Circoli cittadini né dall’incontro dei vertici regionali e provinciali del Partito Democratico con la propria base degli iscritti».
Mozione che è stata caratterizzata dall’astensione al voto dell’unico candidato regionale, senatore Nicola Irto, che con i delegati territoriali, «sono stati decisi a priori, dai vertici del Partito senza nessun “contraddittorio” con gli tutti gli iscritti». A votare solo 19 aventi diritto su 106.

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«Va da sé, che qualsiasi rinnovamento degli organici di ogni partito politico, debba essere preceduto da un ampio e condiviso confronto tra tutti gli iscritti, che sta alla base di ogni “ragionamento politico”, in modo da garantire la democrazia all’interno di una Comunità Politica, ma tutto ciò è stato, per l’ennesima volta, completamente disatteso dalla dirigenza Pd – continuano gli iscritti in protesta -. Si è avuto, in questi anni, infatti, uno “scollamento” tra i vertici e la base del Partito Democratico che ha inevitabilmente contribuito alla sconfitta elettorale nelle varie tornate elettorali in Calabria e al conseguente allontanamento degli elettori del Partito stesso, e dai numerosi circoli territoriali».
«Basti pensare che in tanti comuni calabresi, il simbolo del Pd, neanche compare più nelle liste elettorali e i suoi esponenti si presentano sotto altri contrassegni o coalizioni che di fatto escludono il Partito Democratico dall’agone elettorale. Probabilmente, l’azione politica svoltasi presso il circolo di San Giovanni in Fiore, sarà una “goccia nel mare”, ma sicuramente è stata una presa di coscienza collettiva da parte dei suoi membri e si spera, sia un inizio di un cambio di rotta verso il “ritorno” auspicabile e sentito del Partito Democratico, da sempre più vicino di altri, alla gente e ai lavoratori», concludono gli iscritti in protesta».

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«Con la presente, esprimiamo la nostra profonda insoddisfazione e sfiducia nei confronti del metodo con cui sono stati selezionati i candidati alle odierne Elezioni Congressuali regionali del Partito Democratico.

Riteniamo che tale processo si sia svolto in modo antidemocratico, escludendo la partecipazione attiva e il confronto aperto con la base del Partito Democratico.

Quando si apre una fase congressuale come questa odierna, la scelta dei candidati senza un dibattito pubblico, trasparente e partecipato da parte di tutti gli iscritti e degli elettori del partito, rappresenta un grave vulnus ai principi democratici che dovrebbero ispirare la nostra comunità politica.

In particolare, vogliamo protestare per l'accentramento che è stato utilizzato per decidere lo svolgimento delle operazioni propedeutiche alle votazioni stesse ovvero come le candidature siano state decise in sedi ristrette e centralizzate, da poche persone, non responsabili verso la base, "posizionando" nelle liste, quasi tutti gli stessi candidati eletti 5 anni addietro, come pedine, secondo logiche che poco hanno a che fare con la democrazia rappresentativa e il radicamento territoriale.

Ogni discussione sulle cosiddette “primarie” è stata messa da parte, con candidature suddivise tra coalizioni “personali” senza affidarsi all’alea stessa delle primarie, negando così un confronto aperto e democratico.

Si è verificata soprattutto, una vera e propria "disconnessione" tra vertici e base, il cui processo decisionale che, ha portato alla composizione delle liste, sembra essere stato poco meditato e rispettoso di chi, sul territorio, si impegna quotidianamente, evidenziando una distanza crescente tra i vertici del Partito Democratico e la Base.

Lo stesso Segretario Regionale, nostra figura di riferimento politico, che doveva garantire unità, ascolto e partecipazione tra gli iscritti, indicandoci la direzione e valorizzando il contributo di tutti per rafforzare l’azione politica del partito stesso, non si è minimamente preoccupato di “ascoltare” i bisogni dei Circoli territoriali, anche solo per conoscere le varie anime del nostro Partito, ma era ed è rimasta, una figura distante e all’apparenza, inaccessibile, dalla maggioranza degli Iscritti.

Per tutte queste ragioni:

dichiariamo la nostra intenzione di non sostenere né votare candidati imposti dall’alto, non essendo l’espressione di un confronto ampio e condiviso tra TUTTI gli Iscritti al Partito Democratico.

Ribadiamo l’urgenza di restituire voce e dignità alla base del Partito Democratico, affinché le future scelte siano il risultato di un processo realmente partecipato e democratico».