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18/07/2025 ore 06.15
Cronaca

Il mistero del caccia caduto in Sila: un enigma irrisolto a 45 anni dalla strage di Ustica

La versione ufficiale ne colloca la caduta al 18 luglio, ma numerose testimonianze indicano che l’incidente avvenne la stessa sera del DC-9 Itavia. Ecco tutti gli elementi che portano a pensare che i due episodi siano collegati

di Gianfranco Donadio

Il 27 giugno 1980, il cielo italiano fu teatro di uno degli eventi più tragici e controversi della storia repubblicana: la strage di Ustica, in cui il DC-9 Itavia, volo IH870, precipitò nel Mar Tirreno causando la morte di 81 persone. Parallelamente, un altro evento, altrettanto misterioso e intrecciato con la strage, avvenne sui monti della Sila, in Calabria: la caduta di un caccia MiG-23 libico in località Timpa delle Magare, nel comune di Castelsilano (all’epoca in provincia di Catanzaro, oggi Crotone). La versione ufficiale collocò l’incidente al 18 luglio 1980, ma numerosi indizi, testimonianze e incongruenze suggeriscono che il MiG sia caduto la stessa sera del DC-9, il 27 giugno, alimentando sospetti di depistaggi e insabbiamenti. A 45 anni di distanza, il caso rimane avvolto nel mistero, con nuove domande e poche risposte definitive. Questo articolo approfondisce l’ambiguità delle date, le testimonianze chiave, tra cui quella di un imprenditore fiorentino in vacanza a Sellia Marina, e verifica in qualche modo eventuali novità recenti, basandosi su dati reali e fonti attendibili.

Il contesto: la strage di Ustica e il MiG libico

La sera del 27 giugno 1980, alle 20:59, il DC-9 Itavia in volo da Bologna a Palermo scomparve dai radar sopra il Mar Tirreno, vicino all’isola di Ustica. Le indagini, guidate dal giudice Rosario Priore, esclusero il cedimento strutturale o una bomba a bordo, propendendo per un’azione militare esterna, probabilmente un missile o una collisione durante un’operazione bellica non dichiarata. Il contesto geopolitico era teso: la Libia di Gheddafi era considerata una minaccia da Stati Uniti e alleati NATO, mentre l’Italia manteneva una posizione ambigua, con rapporti economici e diplomatici con Tripoli. Si ipotizza che il DC-9 sia stato abbattuto per errore durante un tentativo di intercettare un aereo libico, forse con Gheddafi a bordo.

Contemporaneamente, un MiG-23 libico, pilotato dal capitano Ezzedin Fadah El Khalil, sarebbe precipitato sulla Sila, a circa 40 km da Sellia Marina. La versione ufficiale, sostenuta dalle autorità italiane e libiche, afferma che l’aereo cadde il 18 luglio 1980 a causa di un malore del pilota, che, con il pilota automatico inserito, avrebbe proseguito fino a esaurire il carburante. Tuttavia, questa narrazione è stata messa in discussione da testimonianze, evidenze forensi e incongruenze, che indicano la data del 27 giugno come quella effettiva dell’incidente.

L’ambiguità delle due date: 27 giugno o 18 luglio?

L’ambiguità tra le due date è il cuore del mistero. La versione ufficiale del 18 luglio si basa su: 

Tuttavia, numerosi elementi contraddicono questa versione, suggerendo che l’incidente avvenne il 27 giugno:

Novità a 45 anni di distanza

A 45 anni dai fatti, il caso del MiG libico rimane irrisolto, ma alcune novità emerse negli ultimi anni tengono viva l’attenzione:

In una intervista a lacnews24.it ho sottolineato il ruolo chiave della Sila nel mistero di Ustica, citando Giovanni Spadolini: “Chi avesse risolto il giallo del MiG avrebbe potuto capire la strage di Ustica”. In questa frase di Spadolini si ipotizzava che il MiG fosse coinvolto in un’operazione militare legata a un tentativo di intercettare un aereo libico di alto profilo, forse con Gheddafi a bordo.

Testimonianza di Brian Sandlin (2017): un ex marinaio della portaerei americana Saratoga, ancorata nel Golfo di Napoli, dichiarò al Corriere della Sera e alla trasmissione di Andrea Purgatori Atlantide andata in onda su La7, che la sera del 27 giugno assistette al rientro di due caccia Phantom disarmati, che avrebbero abbattuto due MiG libici, uno dei quali caduto sulla Sila. Questa testimonianza rafforza l’ipotesi di un’azione militare NATO.

Indagini ancora aperte: nel 2023, Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime di Ustica, ha chiesto alla magistratura di concludere le indagini aperte nel 2008, per rendere pubbliche le risposte alle rogatorie internazionali verso Stati Uniti e Francia. Queste potrebbero chiarire i movimenti degli aerei militari quella notte.

Depistaggi e morti sospette: il caso è costellato di decessi anomali di testimoni, come il maresciallo Mario Alberto Dettori, trovato impiccato nel 1987, e il maresciallo Franco Parisi, morto nello stesso modo nel 1985, poco prima di testimoniare. Questi eventi, insieme alla scomparsa di documenti chiave, come il supplemento di perizia di Rondanelli e Zurlo, alimentano la teoria di un’operazione di insabbiamento su larga scala.

Un’ipotesi plausibile: una battaglia aerea segreta

L’istruttoria di Rosario Priore, conclusa nel 1999, dipinge uno scenario di guerra aerea non dichiarata nei cieli italiani. Secondo le ricostruzioni più accreditate:

Il muro di gomma sul mistero di Ustica di 45 anni fa e il giallo del Mig precipitato in Sila