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27/07/2025 ore 09.56
Cronaca

Incendi, l’emergenza in Calabria nelle foto della Nasa e la ’ndrangheta sullo sfondo: «Roghi per coprire rifiuti tossici»

L’osservatorio satellitare mostra la mappa del fuoco nell’ultima settimana. È allarme anche in Sicilia e Puglia. Nel Vibonese i danni maggiori negli ultimi giorni, la crisi in Aspromonte vista da Gioacchino Criaco: «Invece di prevenire speriamo nel fato e nei droni»

di Pablo Petrasso

La foto di Firms (Fire information for resource management system) della Nasa mostra una Calabria che brucia in un Sud flagellato dagli incendi, puntellato di rosso dai roghi che, nell’ultima settimana, hanno divorato decine di ettari del territorio. In Sicilia e Puglia la situazione appare, stando alle immagini satellitari, altrettanto drammatica (nel Salento forse ancora di più).

In Calabria il Vibonese e l’Aspromonte sembrano le aree più colpite negli ultimi giorni: in provincia di Vibo, in particolare, il numero degli incendi è cresciuto in maniera esponenziale nei giorni del caldo record, trainato da afa e vento. Il bilancio dice duecentoventi incendi in meno di un mese e il quadro tracciato dal comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Vibo Valentia, Ambrogio Ponterio individua le aree più colpite: Mileto, Pizzo, Nicotera, Joppolo. Entra nel novero anche Drapia, dove 48 ore di fuoco hanno messo a dura prova soccorsi e cittadini: «Quasi il 40% del nostro territorio è oramai cenere», ha raccontato al Vibonese il sindaco Alessandro Porcelli. Il resort evacuato a Cirò Marina e l’altro lambito dalle fiamme a Sibari la scorsa notte danno la misura di quanto le fiamme mettano a rischio anche il turismo nel clou della stagione estiva.

L'emergenza dei roghi nel Sud nell'ultima settimana[Missing Credit]

L’accusa di Savino: «Incendi per nascondere lo smaltimento di sostanze tossiche»

Le foto del disastro fanno il giro dei social e la polemica sconfina nel campo della politica, tra accuse dell’opposizione per mancati interventi di prevenzione e la maggioranza che accusa i rivali di procurato allarme. Che le aree montane siano spopolate e sguarnite è un fatto. Ma da più parti arriva una lettura dell’emergenza che la riconduce a fenomeni criminale. La denuncia del vescovo di Cassano allo Ionio è stato chiara e indirizzata a un business illegale specifico: «Dietro la coltre di fumo si cela la figura vile e arrogante della criminalità organizzata, in combutta con operatori economici senza scrupoli. Questi roghi non sono incidenti fortuiti, ma tattiche di una guerra occulta e spregevole contro la natura e gli abitanti. Il loro scopo è occultare lo smaltimento illecito di sostanze tossiche, scorie industriali e scarti speciali che stanno contaminando il suolo, l'atmosfera e le riserve idriche. Si tratta di un'economia letale, fondata sul profitto sfrenato e su un sistema di illegalità diffusa, che opera nell'ombra ma possiede volti, nomi e interessi ben definiti».

Incendi in Calabria, il monito del vescovo Savino: «State distruggendo la terra che ci è stata affidata»

Criaco: «Si poteva fare qualcosa invece si punta sul fato e sui droni»

Anche lo scrittore Gioacchino Criaco, nei giorni scorsi, ha fatto sentire la propria voce dopo gli incendi nel Reggino mettendo nel mirino, però, la mancata programmazione: «Nulla di serio è stato programmato per annientare, limitare, gli incendi – ha scritto sul proprio profilo social –. Tutti o quasi hanno tradito, tutti o quasi abbiamo tradito, chi per tanto, chi per poco chi per nulla, chi per interesse e chi per viltà, chi per arroganza e chi per servilismo. E a voglia a rifiutarla, l'unica parola appropriata è tradimento».

L’autore avanza anche qualche proposta: «Avrei provato, leggi permettendo, a costituire un assessorato alla prevenzione degli incendi in Regione, con competenza esclusiva su Calabria Verde e sul Consorzio Unico. Avrei provato a costituire in ogni Comune un assessorato dedicato. Avrei assunto, anche in forma stagionale, personale per la prevenzione e l'intervento. Avrei diviso il territorio in microaree, delineando responsabilità specifiche. Avrei integrato guide e pastori. Avrei costituito comitati permanenti con dentro camminatori, guide, pastori, studiosi, chiunque potesse anche lontanamente essere utile. Avrei costruito piccoli invasi nelle microaree e dotato il personale degli strumenti necessari. Tutto comunque meno costoso degli interventi ex post. Avrei fatto il giro delle scuole a dire ai ragazzi cos'è il tradimento e chi sono i traditori... avrei tentato di tutto, non sarei rimasto a sperare nel fato e nella pioggia o nei droni che il mondo ci invidia».