Banda dei dossier, un pentito di ’Ndrangheta stragista arrestato in un filone dell’inchiesta Equalize
Nunziatino Romeo sarebbe legato alla famiglia Barbaro-Papalia: è accusato di tentata estorsione con l'aggravante mafiosa. Eseguite anche una decina di perquisizioni. Tutti gli indagati
di Redazione Cronaca
Un pentito della cosiddetta "'ndrangheta stragista", Nunziatino Romeo, legato alla famiglia Barbaro-Papalia, è stato arrestato, con ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano Fabrizio Filice su richiesta del pm della Dda Francesco De Tommasi, in un filone dell'inchiesta sul caso Equalize e sulle presunte cyber-spie. La tranche di indagine, condotta dal Ros dei carabinieri, vede al centro l'accusa di tentata estorsione con l'aggravante mafiosa. Sono state eseguite anche una decina di perquisizioni.
Equalize, il nuovo filone d’inchiesta
Nell’inchiesta, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, sono indagati l’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia e il legale della sua Fenice spa, Umberto Buccarelli: l’accusa è associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso nell’ambito dell’indagine milanese sui presunti spioni della società Equalize. Stando alla ricostruzione della Procura i due risultano i mandanti, grazie ai contatti con la cosca Barbaro di Platì, di una tentata estorsione aggravata a carico della famiglia Motterlini titolare della G&G costruzioni che aveva un contratto con la Fenice spa di Sbraccia nella ricostruzione (110) di alcuni immobili a Pieve Emanuele.
Oltre a loro e per il medesimo reato, come si legge in uno dei decreti di perquisizione degli indagati, risultano indagati Giuseppe Trimboli classe ’77, Carmine Gallo, deceduto il 9 marzo, l’hacker Samuele Calamucci, Annunziatino Romeo (arrestato ieri), parente del pentito Saverio Morabito, e già coinvolto nell’inchiesta Sud-Nord, Francesco Barbaro, classe ’60, legato al ramo dei Barbaro “Pillaro”, Pasquale Barbaro, classe ’65 dei Barbaro “Rosi”, e Fulvio Cilisto che al momento dei fatti era ai domiciliari. E se i soggetti legati ad Equalize sono definiti “coordinatori”, Romeo risulta “il mediatore e l’esecutore materiale”, mentre Trimboli e i due Barbaro sono “i supervisori e mandanti delle condotte poste in essere da Romeo”. Sempre Romeo ha collaborato con la giustizia mettendo a verbale dichiarazioni relative alle cosche di ‘ndrangheta in Lombardia, ma non ha mai parlato dei clan in Calabria: è ristretto nel carcere milanese di Opera.
Romeo sotto il mandato dei Barbaro
L’obiettivo, come ricostruisce il Fatto, non era quello di saldare per intero i 30 milioni di euro di crediti vantati da G&G nei confronti di Fenice, ma di ridurre l’importo a soli 8 milioni. Secondo il pm, Romeo avrebbe agito sotto il mandato dei Barbaro. Quest’ultimi, su richiesta diretta di Buccarelli si sarebbero messi in contatto con Claudio e Luca Motterlini tramite Romeo, il quale si sarebbe presentato come un membro della ‘ndrangheta, suscitando così timore nei titolari di G&G.
Le pressioni, come evidenziato dal pm Francesco De Tommasi, avevano lo scopo di costringere i Motterlini a entrare in trattativa con Fenice. In sostanza, secondo la Procura, l’ex ad di Equalize, su richiesta di Sbraccia, avrebbe ingaggiato Romeo per la mediazione mafiosa, mentre Buccarelli, consapevole della natura mafiosa dei Barbaro e di Romeo, avrebbe coordinato le attività di Romeo, mantenendo i contatti con lui e con Francesco Barbaro per conto di Sbraccia.
Quest’ultimo, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato il mandante e il regista della mediazione mafiosa, coordinando a distanza le operazioni e le azioni di Buccarelli e degli altri soggetti legati a Equalize, sollecitando costantemente l’intervento di Barbaro.
La vicenda si è svolta tra maggio e ottobre 2023.
Il 22 settembre 2023 si sarebbe svolto un incontro, al quale partecipano, oltre all’ex ad di Equalize, uomini legati alle cosche e lo stesso Buccarelli. In quella sede, Romeo invia a Motterlini un messaggio, presentandosi apertamente come un esponente mafioso. L’ultimo tentativo di estorsione, che rimarrà tale, si concretizzerà in una riunione tra i legali di Fenice e quelli di G&G nello studio di un avvocato calabrese che, pur non essendo coinvolto direttamente in questa vicenda, risulta indagato nel fascicolo milanese sugli spioni per accesso abusivo a sistemi informatici.