Inchiesta sull’Università di Catanzaro, il rettore Cuda: «Rimaniamo ancorati ai nostri principi e al rispetto delle norme»
La massima autorità dell’Umg esprime «piena fiducia nel lavoro della magistratura» e al contempo esprime «solidarietà ai colleghi coinvolti, convinti che la verità potrà presto emergere»
di Redazione Cronaca
«A seguito delle notizie riportate dagli organi di stampa relative all'operazione "Grecale", che coinvolgono alcuni docenti della nostra comunità accademica, desidero innanzitutto ribadire la piena fiducia nel lavoro della magistratura, nella sua imparzialità e nella capacità di fare chiarezza sui fatti oggetto dell'operazione». È quanto scrive in una nota il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro Giovanni Cuda in seguito all’inchiesta che ha portato a 11 arresti tra docenti dell’ateneo e dirigenti dell’Asp.
Animali maltrattati nei laboratori, corruzione e truffa: 11 arresti a Catanzaro tra docenti dell'università e dirigenti Asp. C’è anche l’ex rettore – NOMI«In questo momento – prosegue –, l’Università Magna Graecia di Catanzaro si stringe attorno ai colleghi coinvolti, ai quali esprimiamo la nostra solidarietà, convinti che la verità potrà presto emergere. È doveroso sottolineare che il nostro ateneo, pur scosso da quanto accaduto, rimane saldamente ancorato ai principi che lo contraddistinguono: eccellenza nella formazione, assistenza sanitaria d’avanguardia e un costante impegno per il rispetto delle norme etiche e giuridiche, per noi di primaria importanza».
«Rivolgo un appello all’intera comunità accademica, agli studenti e alle famiglie – conclude il rettore Cuda – affinché, in questo momento di difficoltà, continuino a sostenere con fiducia e determinazione l’impegno dell’Università Magna Graecia nel perseguire la conoscenza e la ricerca come strumenti per costruire un futuro migliore».