Locri ricorda Francesco Fortugno, il ministro Schillaci: «Il suo messaggio ancora forte». La vedova: «Si faccia piena luce»
Prima la messa in cattedrale e la deposizione della corona di alloro a Palazzo Nieddu del Rio, poi l’incontro con i giovani a cui hanno preso parte anche il vescovo Oliva e il sindaco metropolitano Falcomatà. L’appello di Maria Grazia Laganà: «Omicidio non fu solo una questione locale, non cada nell’oblio»
La memoria chiama e Locri risponde. Il 26 ottobre. Il 16 ottobre 2005 fu ucciso il vicepresidente del Consiglio della Calabria, Francesco Fortugno. Un delitto consumato in un contesto altamente simbolico, palazzo Nieddu del Rio, dove quel 16 ottobre 2005 erano in svolgimento le consultazioni primarie promosse dall’Unione per esprimere il candidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri. La comunità è tornata a stringersi attorno alla moglie Maria Grazia Laganà, e ai figli Anna e Giuseppe.
La commemorazione si è aperta con la celebrazione della Santa Messa presso la Cattedrale di Santa Maria del Mastro, alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
«Credo che sia un monito per agire sempre verso la legalità e vorrei dire anche da ministro della Salute, da medico e Fortugno era un medico, quanto è delicata la legalità nel campo sanitario. Oggi sono passati vent'anni, ma credo che il messaggio di Fortugno rimane ancora forte e credo che vada trasmesso soprattutto alle giovani generazioni» - ha dichiarato il ministro.
Vent’anni fa l’assassinio di Franco Fortugno e la sfida del movimento “Ammazzateci tutti” che voleva cambiare la politica e la Calabria«Sicuramente un omicidio di questa portata non era solo una questione locale - ha dichiarato la vedova di Franco Fortugno, Maria Grazia Laganà –. Per noi familiari è un ricordo quotidiano, ma sicuramente bisogna non far cadere nell’oblio la memoria e quindi ricordare. Ed io, in questa giornata, voglio sempre dare un momento di grande significato, perché diventa un grande momento di partecipazione dei cittadini, della gente, di chi ha conosciuto Franco e di chi gli ha voluto veramente bene. Io ho sempre chiesto un livello superiore, ma non sono io a dirlo. È stato l’allora procuratore della Dna che ha detto che è stato un delitto politico-mafioso. Quindi io mi affido alle parole di chi, dal punto di vista della giustizia e delle indagini, ne sa più di me».
La celebrazione è stata officiata dal vescovo di Locri, Monsignor Francesco Oliva: «La memoria illuminata dalla fede è un atto di giustizia verso Franco e la sua famiglia. A lui la nostra comunità deve molto ed oggi essa esprime sentimenti di gratitudine per questo. La memoria di Franco non è un momento, ma un'eredità da custodire. Oggi la sua voce risuona come un appello ad essere protagonisti attivi e positivi del nostro tempo. La memoria illuminata dalla fede è un atto di giustizia verso Franco e la sua famiglia. A lui la nostra comunità deve molto ed oggi essa esprime sentimenti di gratitudine per questo. La memoria di Franco non è un momento, ma un'eredità da custodire. Oggi la sua voce risuona come un appello ad essere protagonisti attivi e positivi del nostro tempo».
La solenne deposizione della corona di alloro dove si consumò il delitto, a Palazzo Nieddu del Rio alla presenza delle Istituzioni dello Stato, alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci ha preceduto il momento dedicato ai giovani e alle scuole nella Casa della Cultura di Locri. L’iniziativa l pubblica “Vent’anni senza Francesco Fortugno”, presentata dal giornalista Enzo Romeo, si è aperta con un minuto di raccoglimento in memoria dei tre carabinieri morti in servizio per la terribile esplosione nel veronese di qualche giorno fa. Quindi la lettura del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è un video commemorativo, prima dei messaggi istituzionali.
«È un momento importante per la città. Ritengo questa commemorazione necessaria, moralmente necessaria e doverosa. Ricordiamo un uomo pacato, mite, altruista. E la città di Locri continuerà a farlo per tanto tempo, perché vogliamo tramandare alle nuove generazioni un messaggio di coscienza forte, radicata nei valori di legalità, di impegno civico e di coraggio. Vogliamo costruire un futuro migliore. Vogliamo che la politica sia servizio e non, come è stato purtroppo per Franco Fortugno, sacrificio estremo. E vogliamo invitare anche la cittadinanza, tutta la popolazione, a una riflessione. Questo è il senso della commemorazione di oggi e di quelle future. Io ritengo che l’omicidio Fortugno rappresenti uno spartiacque etico, un punto di non ritorno. Da quel momento in poi il modo di approcciarsi e di reagire alla criminalità, alla ’ndrangheta, è stato completamente diverso. È cambiato. Oggi c’è una comunità permeata di voglia di riscatto, di fare passi in avanti e di non tornare più indietro. Dico che Locri è cambiata, Locri non è più quella del 2005. E questo, purtroppo, è dovuto anche a quell’omicidio che ha scosso veramente centinaia e migliaia di coscienze». Così Giuseppe Fontana, sindaco di Locri.
«Questo è un dovere, come istituzioni ricordare e rinnovare l’impegno. Io credo però che ci siano dei momenti che segnano la tua vita anche personalmente, privatamente, e che poi possono determinare anche quelle che sono le scelte che fai in futuro. Alcuni di questi momenti io li ricordo nitidamente, anche se ero molto piccolo - ha dichiarato il sindaco metropolitano e neo consigliere regionale Giuseppe Falcomatà –. Come quando c’è stato l’attentato a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, ma anche nitidamente quello di vent’anni fa a Franco Fortugno perché iniziavo a interessarmi di politica. Quella domenica era la domenica delle primarie, il giorno dopo avevamo lezione all’università, e in quel clima surreale ci guardammo tra di noi negli occhi. Devo dire anche con l’aiuto e il sostegno dei nostri docenti, dei nostri insegnanti, partì quel movimento che poi, per fortuna, risvegliò le coscienze di un’intera generazione. E non è un caso che poi, due anni dopo, mi candidai alla circoscrizione e fu il primo passo verso il percorso politico che ho intrapreso. Oggi sono passati vent’anni e credo che la sua memoria vada onorata non soltanto nel giorno del 16 ottobre, ma deve essere qualcosa che rimanga a imperitura memoria per tutte le generazioni. Quindi credo che siano maturi anzi, forse siamo anche in ritardo, per l’intitolazione, nella città di Reggio Calabria, nella città capoluogo, di uno spazio, di un’area, di una via intitolata alla memoria di Franco Fortugno. Questa è una cosa che naturalmente condivideremo insieme alla famiglia, insieme ai figli, alla moglie Maria Grazia Laganà»
«È doveroso ricordare il sacrificio di Franco Fortugno, un delitto drammatico che ha scosso questa città, ha scosso un’intera nazione per le modalità, per la persona, per il ruolo. Una persona perbene come Fortugno, assassinata in questo modo assurdo proprio qui, a Palazzo Nieddu, nel centro di Locri. Una ferita che forse è ancora aperta per questa città, ma una città che ha anche saputo reagire, insieme ai giovani, insieme a tutta la collettività. Sono passati vent’anni, è doveroso ricordare quel sacrificio, ma fa parte della memoria di questa città. Una città che piano piano si è ripresa da quella pagina brutta e negativa. L’abbiamo fatto da sindaco in quegli anni, con la vicinanza ai familiari e insieme a tutta la città. L’ho fatto anche negli anni scorsi da assessore e oggi da consigliere regionale. Bisogna dare un insegnamento positivo ai giovani, far capire da che parte stare e ricordare sempre il sacrificio fatto da Franco, anche per il suo impegno politico. E piano piano chiudere questa ferita, che forse ancora oggi c’è e che questa città ha patito con quell’omicidio assurdo». Così il consigliere regionale Giovanni Calabrese.