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17/03/2025 ore 18.31
Cronaca

Mario Palermo sarà sentito in Corte d’Appello: aveva ritrattato la collaborazione con la giustizia

L’imputato è coinvolto nel processo Valle dell’Esaro. La procura generale aveva chiesto di esaminarlo in aula. Fissate le discussioni difensive: ecco gli aggiornamenti

di Antonio Alizzi

La sede della Corte d'Appello di Catanzaro

Nuovo sviluppo nel processo d’appello per l’inchiesta Valle dell'Esaro, condotta dalla Dda di Catanzaro contro il presunto gruppo Presta. Nell’udienza odierna, la Corte d’Appello ha deciso di sottoporre a esame l’imputato Mario Palermo, pentitosi di essersi pentito. L'uomo infatti, dopo aver avviato una collaborazione con la giustizia, ha ritrattato tutto.

Un verbale, attualmente parzialmente oscurato da omissis, potrebbe essere depositato dalla Procura Generale nel corso delle prossime udienze. Intanto, sono state programmate le discussioni difensive, che si protrarranno fino al 22 ottobre 2025. La sentenza è attesa entro la fine dell’anno, come già accaduto per il verdetto di primo grado.

Il processo: accuse e struttura del gruppo

Gli imputati rispondono dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Durante il primo grado di giudizio, il pm Alessandro Riello aveva delineato una struttura organizzativa ben definita all’interno del gruppo. Tuttavia, in appello non è stata contestata l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, inizialmente ritenuta riconducibile alla presunto sodalizio Presta di Roggiano Gravina.

I Presta, già imputati anche nel processo Reset, secondo le indagini della DDA sarebbero stati parte di una confederazione mafiosa operante nell’area urbana di Cosenza, alleatasi con il gruppo criminale degli "zingari" di via Popilia. Nel rito abbreviato di Reset, seppur primo grado, alcuni imputati di Valle dell'Esaro, sono stati condannati per associazione mafiosa.

I presunti promotori e il controllo delle risorse

La sentenza di primo grado del Tribunale di Cosenza aveva individuato in Antonio Presta, suo figlio Giuseppe Presta e Francesco Ciliberti (genero del boss Franco Presta) i tre presunti promotori del gruppo. Secondo i giudici, le loro condotte erano espressione di potere gestionale e decisionale.

Il terzetto avrebbe avuto il controllo delle fonti di approvvigionamento della droga, della gestione economica del gruppo e della redistribuzione delle risorse, inclusi stipendi per gli affiliati. Inoltre, avrebbero gestito i rapporti con altri gruppi criminali e risolto problematiche interne all’organizzazione.

Ruoli operativi nel gruppo

Un gradino più in basso nella gerarchia del gruppo, sempre secondo il verdetto di primo grado, figurano Roberto Presta, Mario Sollazzo, Armando Antonucci e Cristian Ferraro. Il collegio giudicante li aveva ritenuti parte della gestione operativa, ma con un margine di autonomia più limitato rispetto ai promotori.

Prossime tappe

Con l'esame dell’imputato Mario Palermo e il possibile deposito del verbale da parte della Procura Generale, rappresentata dal sostituto procuratore generale, Raffaella Sforza, il processo si avvia verso la fase cruciale delle discussioni difensive. L’ultima udienza è fissata per il 22 ottobre 2025, mentre il verdetto d’appello è atteso entro la fine dell’anno.

Processo Valle dell'Esaro, i nomi degli imputati

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Maurizio Nucci, Enzo Belvedere, Angela Carnovale, Luigi Caravelli, Ferruccio Mariani, Giuseppe Manna, Marcello Manna, Luca Donadio, Giuseppe De Marco, Alessandro Diddi, Angiolino Franco, Pierluigi Pugliese, Carlo Esbardo, Franco Locco, Gianpiero Calabrese, Mario Scarpelli, Luca Acciardi, Giuseppe Fioramante e Osvaldo Rocca.