Morte di Ilaria Mirabelli, chiuse le indagini: per i pm di Cosenza l'ex fidanzato guidava sotto l'effetto di alcol e droga
Omicidio stradale è l'accusa contestata al 45enne Mario Molinari che secondo la Procura di Cosenza sarebbe stato al volante dell'auto uscita di strada a Lorica il 25 agosto del 2024
Velocità eccessiva, guida sotto l’effetto di alcol e cocaina, imperizia nell’evitare che l’auto uscisse di strada. Sono alcune delle «imprudenze e negligenze» che la Procura di Cosenza contesta a Mario Molinari, 45 anni, e che il 28 agosto del 2024 sarebbero costate la vita alla sua fidanzata Ilaria Mirabelli, protagonista sfortunata dell’incidente avvenuto nei pressi di Lorica.
Morte di Ilaria Mirabelli, stop alle indagini
Nelle scorse ore, i pm Donatella Donato e Mariangela Farro hanno dichiarato concluse le indagini preliminari aperte all’indomani del dramma, contestando a Molinari l’accusa di omicidio stradale. La pubblica accusa, infatti, ritiene che quel giorno alla guida della Volkswagen Up vi fosse lui. E che proprio in virtù del suo stato di alterazione, abbia causato l’uscita di strada del veicolo che, ribaltandosi, ha finito poi per determinare la morte della passeggera trentottenne.
Chi guidava l’auto?
Una ricostruzione che fa leva una testimonianza ancora tutta da verificare e, in buona parte, su una perizia realizzata da un esperto d’infortunistica stradale su incarico della Procura. Agli atti, però, ve n’è un’altra di segno opposto confezionata dai consulenti della difesa. Chi era seduto al posto di guida nel giorno fatidico? Sarà questo il tema del processo che, salvo colpi di scena, Molinari dovrà affrontare da qui a breve. Dopo la chiusura delle indagini preliminari, infatti, il diretto interessato ha venti giorni di tempo per chiedere di essere sentito dai magistrati o presentare nuove prove a sua discolpa nel tentativo di evitare l’incriminazione. Diversamente, nei suoi confronti scatterà la richiesta di rinvio a giudizio.
Testimoni in fuga
Sullo sfondo di questa vicenda, resta l’ombra della misteriosa coppia che quel giorno procedeva in direzione opposta a quella dell’utilitaria con a bordo la vittima e l’indagato. Si tratta di marito e moglie che, nell’immediatezza, si fermano sul luogo dell’incidente e raccontano a un testimone, un vigile del fuoco di passaggio, che poco prima la Volkswagen Up aveva invaso la loro corsia e, per evitare l’impatto frontale, il conducente aveva sterzato in modo brusco, determinando così il successivo disastro. Dopo questa confessione, però, i due spariscono nel nulla e da allora non sono stati mai identificati.
Mario Molinari in libertà
Molinari, dal canto suo, non ha mai fatto accenno allo scontro con un altro veicolo evitato per un pelo. Sostiene di non conoscere le ragioni per cui Ilaria uscì di strada e di non essersi accorto di nulla perché, nel momento fatidico, si trovava in stato di dormiveglia. Alcuni mesi dopo l’incidente, su richiesta della Procura, il gip del tribunale di Cosenza lo ha spedito agli arresti domiciliari, ma nel giro di pochi giorni, la misura cautelare gli è stata revocata dal Tribunale del Riesame. Le motivazioni di quel provvedimento non sono state ancora rese note dai giudici di Catanzaro. Molinari è difeso dall’avvocato Nicola Rendace; a rappresentare la famiglia di Ilaria Mirabelli, invece, c’è l’avvocato Guido Siciliano.