Muore dopo una gastroscopia a Catanzaro, la Procura chiede il rinvio a giudizio di un medico indagato per omicidio colposo
La donna di 69 anni è deceduta nel maggio del 2022 a causa di una lesione dell’esofago che sarebbe avvenuta durante l’esame endoscopico. La figlia ha sporto denuncia per far luce sull’episodio. Ieri l’udienza preliminare davanti al gup
Si è svolta ieri dinanzi al gup del Tribunale di Catanzaro l’udienza preliminare del procedimento a carico di un medico dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro (ex azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio) accusato della morte di una paziente avvenuta nel maggio del 2022. La Procura di Catanzaro ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dell’unico indagato, un medico endoscopista, che dovrà adesso rispondere del reato di omicidio colposo.
Secondo l’ipotesi della Procura, la paziente C.B. di 69 anni sarebbe morta a causa delle complicazioni insorte a seguito di una gastroscopia che le ha lacerato l’esofago. Il decesso sarebbe avvenuto, quindi, per responsabilità medica, per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia. In particolare, il medico in servizio nel reparto di gastroenterologia ed endoscopia digestiva durante la procedura endoscopica – secondo quanto riportato nel capo d’imputazione - avrebbe omesso di attuare una prudente interruzione dell'esame diagnostico a fronte dell'intervenuta resistenza della parete esofagea sullo strumento endoscopico, con ciò cagionando la perforazione ipofaringea subito prima dello sfintere esofageo superiore.
Avrebbe omesso di indicare nel referto dell'esame eseguito e nei successivi referti una diagnosi o sospetta diagnosi di perforazione iatrogena esofagea e il giorno successivo, durante ulteriore intervento chirurgico, avrebbe omesso di effettuare un tentativo di chiusura della lesione iatrogena esofagea.
La paziente è deceduta il 15 maggio 2022 a seguito delle complicanze insorte dopo l’esame endoscopico. È questa l’ipotesi della Procura che ha aperto un fascicolo d’indagine dopo la denuncia della figlia al fine di appurare quanto accaduto a sua madre e gli eventuali profili di responsabilità.
Lo studio legale Chiarini, specializzato in casi di responsabilità sanitaria, assiste in sede civile la famiglia della vittima. «Il nostro studio sta offrendo assistenza giuridica ai congiunti della vittima, profondamente segnati dalla vicenda clinica sofferta dalla sig.ra C.B. e straziati dalla perdita, nei modi e nei tempi in cui si è verificata, di colei che, in quanto madre, moglie e nonna, era il caposaldo della famiglia» hanno fatto sapere gli avvocati Gabriele Chiarini e Lucia Spadoni.
«Ci siamo attivati in sede civile per far luce sull’accaduto e dare voce alle istanze di giustizia dei familiari della sig.ra C.B. mediante l’accertamento delle responsabilità per il decesso, dovuto ad una complicanza nel corso di un esame diagnostico considerato di routine, certamente prevedibile ed evitabile qualora la condotta dei sanitari fosse stata improntata a criteri di prudenza, diligenza e perizia».
I consulenti tecnici della Procura hanno evidenziato come «alla luce degli esiti delle indagini medico legali, è possibile affermare che durante la esofagogastroduodenoscopia è stata causata una lesione iatrogena a carico dell’ipofaringe con pneumomediastino e seguente sepsi mediastinica. Tale evento ha determinato una cascata di eventi patologici che nonostante terapie mediche e chirurgiche d’urgenza hanno lentamente condotto a decesso la paziente. Il decesso è in nesso di causalità con la condotta dell’operatore che espletava l’indagine di esofagogastroduodenoscopia».