‘Ndrangheta a Cassano, il presunto reggente del clan Abbruzzese lascia il carcere per gravi motivi di salute
Il gip ha disposto la scarcerazione dell'indagato, meglio noto come "U Palumm", sulla base della documentazione presentata dalla difesa dopo aver atteso invano quella dell'istituto penitenziario in cui era recluso. Ora andrà ai domiciliari
Il gip di Catanzaro, Gilda Danila Romano, ha disposto la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere per Marco Abbruzzese (alias "U Palumm") – indagato in un procedimento della Dda di Catanzaro – con quella degli arresti domiciliari.
La decisione è motivata dalla documentata diagnosi di una grave patologia in fase cronica, condizione che – secondo quanto rappresentato dalla difesa – necessita di «cure ed accertamenti continui da svolgersi in ambienti specifici e dedicati».
Il mancato riscontro sanitario e l’urgenza clinica
Il giudice ha evidenziato come, nonostante l’urgenza della situazione, «dopo 14 giorni dalla richiesta, alcuna risposta è stata resa dalla competente autorità sanitaria e penitenziaria». In assenza di riscontri formali da parte del carcere, e a fronte di una relazione sanitaria prodotta dalla difesa e corroborata da documentazione pubblica, il gip ha ritenuto che il quadro clinico dell’indagato sia tale da compromettere le sue condizioni psico-fisiche.
Nel provvedimento si legge che «le condizioni di salute appaiono prevalenti su quelle cautelari, ma non al punto da inibirle».
Da qui la scelta di un «equo contemperamento», rappresentato dalla detenzione domiciliare con applicazione del braccialetto elettronico, la cui mancata disponibilità immediata non impedirà comunque l’esecuzione del provvedimento.
Il giudice ha inoltre vietato a Marco Abbruzzese di allontanarsi dal domicilio e di comunicare con terzi, con l’eccezione di conviventi e assistenti.
Le accuse a Marco Abbruzzese
Marco Abbruzzese è indagato dalla Dda di Catanzaro per tre ipotesi di reato. I pm Alessandro Riello e Stefania Paparazzo gli contestano, in particolare, gravi condotte estorsive.
Secondo l’accusa, Abbruzzese avrebbe più volte chiesto somme di denaro a un imprenditore del settore edile, vantando la “protezione” della cosca di cui sarebbe espressione. In particolare, avrebbe preteso il 3% del valore di un appalto pubblico vinto a Cassano all’Ionio. Sempre l'indagato, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe chiesto anche il pagamento del “pizzo” in relazione a un altro cantiere aperto a San Demetrio Corone.
La protezione promessa si sarebbe tradotta in una garanzia di “immunità da atti violenti”, ma l’imprenditore si sarebbe rifiutato di pagare, avviando così l’attuale indagine. Marco Abbruzzese, alias "U Palumm", è difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Antonio Iorio.