‘Ndrangheta a San Siro, condannati i capi ultrà: 10 anni ad Andrea Beretta per l’omicidio del calabrese Bellocco
Il gup di Milano ha emesso la sentenza nel processo abbreviato con più filoni sulle curve dello stadio Meazza. Dieci anni inflitti anche a Luca Lucci della Sud, 8 a Marco Ferdico. Gli imputati dovranno risarcire Lega Serie A, Inter e Milan per danni patrimoniali e di immagine
Dieci anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista e collaboratore di giustizia, imputato per aver ucciso Antonio Bellocco, anche lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di 'ndrangheta, e per associazione a delinquere con aggravante mafiosa.
E dieci anni di carcere anche per Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista imputato come mandante del tentato omicidio dell'ultrà Enzo Anghinelli e di associazione per delinquere. Sono due delle condanne emesse dalla gup di Milano Rossana Mongiardo, nel processo abbreviato con più filoni sulle curve di San Siro.
La giudice, nell'aula bunker davanti al carcere milanese di San Vittore, ha letto la sentenza a porte chiuse. Il procedimento come detto ha visto più tranche, tra cui quelle sulle due associazioni per delinquere (quella della Curva Nord con l'aggravante mafiosa per i legami con la 'ndrangheta), sull'omicidio Bellocco e sul tentato omicidio dell'ultrà milanista Enzo Anghinelli.
Il processo era a carico di 16 ultrà in tutto, tra capi curva e sodali ed è scaturito dalle indagini dei pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra della Procura diretta da Marcello Viola, che avevano portato al maxi blitz "Doppia curva" di settembre di Polizia e Gdf con 19 arresti. Mentre si concludeva il processo di primo grado, fuori dall'aula bunker gli ultrà rossoneri della Curva Sud hanno organizzato un presidio di solidarietà.
Per Beretta, che riempendo numerosi verbali anche sull'omicidio del 2022 dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi, un cold case poi risolto, la Procura aveva chiesto 9 anni, mentre per Lucci gli stessi pm avevano chiesto proprio 10 anni.
Inflitti in totale 90 anni di carcere, le altre condanne
Con la sentenza sono state inflitte pene per un totale di circa 90 anni di carcere. La giudice ha riconosciuto tutte le imputazioni contestate dalla Dda milanese, comprese le associazioni per delinquere, una anche con l'aggravante mafiosa. Non ha riconosciuto solo una contestazione di estorsione, tra i tanti capi di imputazione.
Oltre a Beretta e Lucci, ci sono anche i 10 anni di reclusione il vice di Lucci nella Curva Sud, Daniele Cataldo, ritenuto anche l'esecutore materiale del tentato omicidio del 2019 dell'ultrà milanista Enzo Anghinelli.
A 8 anni, invece, sempre come chiesto dal pm della Dda Paolo Storari, è stato condannato Marco Ferdico, anche lui tra i leader del direttivo della Nord prima degli arresti dello scorso settembre.
Tra gli ultrà della Sud rossonera sono stati condannati anche Alessandro Sticco a 5 anni, Fabiano Capuzzo a 4 anni e 4 mesi, Islam Hagag a 3 anni e 4 mesi, così come Luciano Romano. Tra gli ultrà della Nord interista sono stati condannati anche Renato Bosetti a 4 anni, Giuseppe Caminiti a 5 anni e legato, stando alle indagini, alla 'ndrangheta, Gianfranco Ferdico, padre di Marco, a 4 anni e 8 mesi, Christian Ferrario a 6 anni, presunto "custode" dell'arsenale di armi di Beretta e della curva. E ancora 5 anni per Francesco Intagliata, 4 anni per Mauro Nepi, 4 anni e 8 mesi per Matteo Norrito e 2 anni, pena sospesa, per Debora Turiello, l'unica donna imputata e che, per l'accusa, avrebbe gestito la cassa della Nord e il capitolo dei biglietti.
Da quest'ultimo negli atti erano emerse anche pressioni nei confronti di responsabili del club nerazzurro per avere ticket per le partite importanti, poi da rivendere, per l'accusa, anche con metodi estorsivi. Sul fronte dei sodali ultrà, in generale, le pene sono state più basse di quelle chieste dalla Dda. Ad esempio, per Turiello la Procura aveva chiesto 5 anni.
Infine, tre i patteggiamenti ratificati dalla gup in altri filoni, tra cui anche quello dell'imprenditore Gherardo Zaccagni, che gestiva i parcheggi fuori dallo stadio di San Siro e accusato, tra l'altro, di un'ipotesi di corruzione tra privati con il consigliere regionale e comunale milanese Manfredi Palmeri, che ha scelto il processo immediato, in corso in un altro filone. Tra due giorni arriverà anche la sentenza in Tribunale, davanti alla sesta penale, per altri tre ultrà milanisti sempre arrestati a settembre.
I risarcimenti
Oltre alle 16 condanne emesse per capi ultrà e sodali nel processo abbreviato sulle curve di San Siro, la giudice di Milano Rossana Mongiardo ha anche riconosciuto risarcimenti a carico degli imputati, per danni patrimoniali e di immagine, a favore delle parti civili Lega Serie A, con l'avvocato Salvatore Pino, Inter, con gli avvocati Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli e Caroline Hassoun, e Milan, con il legale Enrico de Castiglione. Per la Lega Serie A è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro, per i due club da 50mila euro ciascuna. Il resto dei risarcimenti in sede civile con le cause.
Ai familiari di Antonio Bellocco, 'ndranghetista e nel direttivo della Curva Nord e ucciso da Beretta a settembre, la gup ha riconosciuto una provvisionale a carico dell'ex capo ultrà da 520mila euro di risarcimento.
Una provvisionale di risarcimento è stata riconosciuta anche all'ultrà Anghinelli, vittima del tentato omicidio.
«La Lega di Serie A è molto soddisfatta del risultato ottenuto, si è schierata a fianco delle società di calcio con il precipuo fine di tutelare i valori dello sport e contribuire all'accertamento della verità». Lo ha affermato l'avvocato Salvatore Pino, legale di parte civile per la Lega Serie A, commentando la sentenza.