Sezioni
Edizioni locali
18/03/2025 ore 13.06
Cronaca

‘Ndrangheta in Emilia, prosciolti i due ex sindaci di Brescello. L’inchiesta aveva coinvolto membri della famiglia Grande Aracri

Secondo l'accusa avrebbero contribuito, pur non facendone parte, alla realizzazione degli obiettivi e al rafforzamento della cosca di 'ndrangheta. La tesi è stata respinta dal gup

di Redazione Cronaca

La gup del Tribunale di Bologna, Roberta Malavasi, ha deciso il non luogo a procedere, «perché il fatto non sussiste», per gli ex sindaci di Brescello (Reggio Emilia) Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.
 

Il Comune di Brescello era stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2016. I reati contestati erano in larga parte quelli contenuti anche nella relazione della commissione d'indagine prefettizia che portò poi a sciogliere la Giunta a Brescello. Si faceva riferimento a permessi di costruzione rilasciati senza la necessaria documentazione, lavori affidati in modo illegittimo, abusi edilizi passati sotto silenzio e alloggi di edilizia residenziale assegnati a parenti degli esponenti della cosca che non avevano i requisiti ottenerli.

Nel procedimento erano imputate altre 10 persone, tra cui alcuni membri della famiglia Grande Aracri. Di queste, nove hanno patteggiato, mentre Rosita Grande Aracri sarà processata con rito abbreviato il prossimo 29 maggio. Beatrice Ronchi, pm della Dda, aveva chiesto per i due ex sindaci il rinvio a giudizio. Secondo la ricostruzione dell'accusa, avrebbero contribuito, pur non facendone parte, alla realizzazione degli obiettivi e al rafforzamento della cosca di 'ndrangheta che operava nel comune del reggiano. Una tesi respinta, però, dal gup. Le motivazioni del proscioglimento saranno depositate entro 60 giorni.