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25/11/2025 ore 15.53
Cronaca

’Ndrangheta, la rete internazionale guidata dal clan Barbaro: traffici di coca per 27 milioni e 28 arresti – NOMI

Droga dal Sudamerica nei container per il mercato lombardo: il patto tra calabresi, campani e albanesi per il controllo del business e il ruolo del “cambista” cinese accusato di riciclaggio

di Pablo Petrasso

La cocaina arrivava dal Sudamerica nascosta nei container e veniva destinata al mercato lombardo. Un traffico dal valore stimato di oltre 27 milioni di euro. È questo il quadro ricostruito dai finanzieri del Comando provinciale di Milano e dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza, che hanno eseguito un’ordinanza a carico di 28 persone: 25 in carcere e 3 ai domiciliari.

Secondo gli inquirenti, gli indagati farebbero parte di un’associazione criminale riconducibile alla ’ndrangheta della Locride, supportata da figure legate alla criminalità albanese e impegnata nella gestione di traffici internazionali di stupefacenti. 

L'indagine si è svolta prevalentemente sull'analisi dei contenuti delle chat intercorse sui cellulari utilizzanti il sistema SkyECC, ossia sui cosiddetti criptofonini. Punto di partenza, la rubrica telefonica di Franco Barbaro, considerato il fulcro dell’organizzazione assieme al luogotenente Bruno Trimboli. Cognomi di peso nella Locride, attività ormai trasferite in pianta stabile in Lombardia, dove il traffico di cocaina garantisce profitti milionari per i clan. 

Il ruolo del "cambista" cinese

Tra gli arrestati c’è anche un cittadino cinese accusato di riciclaggio. Come ha spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola, l’uomo avrebbe agito come cambista, permettendo all’organizzazione di pagare le forniture di droga attraverso il sistema informale di compensazione finanziaria noto come “fei eh ’ien”, un metodo utilizzato per muovere capitali senza passare dai canali ufficiali.

L’asse Calabria–Lombardia–Campania

L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, condotta dal Gico della Guardia di Finanza, ha fatto emergere una complessa triangolazione di accordi tra esponenti della criminalità calabrese, lombarda e campana. Obiettivo: agevolare l’importazione di consistenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica sfruttando contatti diretti con broker e fornitori.

La rete logistica con base a Milano

Gli investigatori hanno individuato una vera e propria rete criminale radicata in Lombardia ma con ramificazioni operative in Germania, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Colombia e Brasile. Il gruppo utilizzava sistemi di messaggistica criptata e gestiva i collegamenti con narcos e mediatori albanesi.

La droga veniva inviata via mare nei porti di Livorno, Rotterdam, Gioia Tauro e Le Havre, attraverso la tecnica del “rip-off” (o “gacho eiego”), con cui i carichi di cocaina vengono occultati all’interno di container destinati a trasporti commerciali leciti.

I nomi delle persone coinvolte 

Arresti in carcere:

Franco Barbaro, Platì, 1976

Antonio Barbaro, Locri, 1984

Giuseppe Trimboli, Locri, 1977

Bruno Trimboli, Platì, 1976

Rocco Violi, Milano, 1989

Michele Portolesi, Platì, 1975

Antonino Chindamo, Polistena, 1988

Bartolomeo Pepè, Cinquefrondi, 1983

Luciano Scarinci, Locri, 1984

Marjus Aliu,

Fation Aliu,

Giuseppe Barbaro, Locri, 1986

Ervin Bashmeta,

Giuseppe Catanzariti, Locri, 1984

Davide Cannone, Milano, 1977

Francesco Costa, Locri, 1979

Kujtim Daiu,

Giuseppe Grillo, Locri, 1974

Artur Hoxhosmani,

Giuseppe Scarfò, Polistena, 1990

Giancarlo Tasca, Milano, 1984

Antonio Rosario Trimboli, Locri, 1982

Stefano Virgilio, Milano, 1991

Yubo Xe

Arresti domiciliari:

Francesco Biondo, Palermo, 1951

Giuseppe Foti, Catanzaro, 1977

Giuseppe Perre, Locri, 1997