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13/05/2025 ore 19.13
Cronaca

‘Ndrangheta, Marco Abruzzese nega un’estorsione a un imprenditore che si era aggiudicato un appalto a Cassano

L'indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha chiarito alcuni fatti legati a una contestazione della Dda di Catanzaro rendendo dichiarazioni spontanee

di Antonio Alizzi

Si è svolto oggi l’interrogatorio di garanzia di Marco Abbruzzese, alias “U’ Palumm”, accusato dalla Dda di Catanzaro di essere il nuovo “reggente” dell’omonimo clan di Cassano all’Ionio. Secondo i carabinieri, il suo ruolo gli sarebbe stato attribuito dopo una serie di arresti effettuati dalle forze dell’ordine, nell’ambito delle operazioni “Kossa”, “Gentlemen 2” e “Athena”.

Durante l’interrogatorio, davanti al gip distrettuale Gilda Danila Romano, il giovane indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee per chiarire alcuni aspetti dei fatti contestati.

Omicidio di Massimo Speranza, gli indagati davanti al gip: tutti si avvalgono della facoltà di non rispondere

Le accuse alla ‘ndrangheta di Cassano: i reati contestati a Marco Abbruzzese

La Dda di Catanzaro, con i pm Alessandro Riello e Stefania Paparazzo, contesta tre reati a Marco Abbruzzese.

In primo luogo, gli viene imputata l’estorsione ai danni di un imprenditore, al quale avrebbe ripetutamente chiesto somme di denaro per la “protezione” delle sue attività edili. In particolare, Abbruzzese avrebbe preteso il 3% del valore di un appalto pubblico vinto dall’imprenditore a Cassano all’Ionio, oltre al pagamento del “pizzo” per un altro cantiere a San Demetrio Corone. Le minacce, legate alla cosca Abbruzzese, avrebbero garantito all’imprenditore l’immunità da atti violenti, ma quest’ultimo si è rifiutato di pagare.
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