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07/07/2025 ore 22.14
Cronaca

‘Ndrangheta nel Reggino, in appello pene più lievi per 9 imputati nel processo Mandamento Jonico - NOMI

L’indagine del 2017 aveva portato all’arresto di 168 appartenenti a 23 famiglie mafiose della Locride. In uno dei tronconi del procedimento il Tribunale ha sensibilmente ridotto le condanne

di Redazione Cronaca

La Corte d'Appello di Reggio Calabria ha ridimensionato le condanne per nove persone scaturite dall'inchiesta Mandamento Jonico, indagine del 2017 coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che aveva definito le gerarchie e i ruoli dei presunti membri di 23 famiglie di 'ndrangheta operanti sul territorio della Locride, portando all'arresto di 168 persone.

Per tutti gli indagati, a vario titolo, la Procura aveva indicato i presunti reati di associazione mafiosa, detenzione illegale di munizioni ed armi comuni da sparo e da guerra rese clandestine, turbativa d'asta, illecita concorrenza con violenza e minaccia, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e numerosi altri delitti collegati, con l'aggravante mafiosa.

Mandamento jonico, la sentenza d’Appello

La Corte d'Appello - presidente, Sicuro, a latere, Iazzetti e Berardi - era stata demandata dalla Seconda sezione della Corte di Cassazione nel giugno del 2023 a pronunciarsi sul rinvio per un nuovo esame, a seguito dei ricorsi dei difensori. Nella sua sentenza odierna, la prima sezione della Corte d'Appello di Reggio Calabria, riformando sensibilmente la pregressa sentenza emessa da altra sezione del Tribunale reggino, ha sensibilmente riformato l'entità delle pene nei confronti di Domenico Antonio Moio, da venti anni a sei anni; Alberto Latella, da venti anni a dieci anni e quattro mesi; ria; Candeloro Lia, da quattordici anni a sette anni; Giuseppe Morabito, da sedici a dieci anni; Francesco Pangallo, da undici anni a otto anni; Vincenzo Pedullà, da sedici anni a nove anni e otto mesi; Rocco Perre, da venti anni, a nove anni e quattro mesi; Stefano Romeo, da quattordici anni, a sei anni e otto mesi; Domenico Zucco, da sedici anni, a sette anni e due mesi.