‘Ndrangheta più schermata nelle imprese all’estero, a Vibo si discute di lotta al crimine con esperti da tutto il mondo
Presentati alla Scuola di Polizia i risultati di un progetto internazionale del Servizio centrale operativo (Sco). Presenti anche i procuratori di Catanzaro, Vibo e Reggio Calabria
Persone associate o collegate alle mafie italiane sono coinvolte in molte aziende straniere, favorite - nella pluralità dei casi - dall'assenza di norme preventive che richiedano approfondimenti sull'origine del capitale investito e sul passato criminale e relazionale dei dirigenti e dei soci di origine italiana. In questo contesto la 'ndrangheta mostra una maggior propensione a gestire all'estero imprese/investimento con una maggiore schermatura ed una conseguente, minore esposizione societaria.
È, in sintesi, quanto emerso da un progetto del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato i cui risultati sono stati illustrati oggi, nella Scuola allievi agenti della Polizia di Stato a Vibo Valentia, da Vincenzo Nicolì, direttore dello Sco e dal capo della prima sezione Marco Garofalo, alla presenza del procuratori di Reggio Calabria Giuseppe Borrelli, di Catanzaro Salvatore Curcio e di Vibo Valentia Camillo Falvo, oltre che del questore di Vibo Valentia Rodolfo Ruperti e di rappresentanti della Commissione Europea, di Europol, Interpol, Fbi e Dea, direttamente coinvolti nella progettualità sviluppata dall'élite della polizia giudiziaria italiana con i partner esteri. Complessivamente presenti oltre 20 specialisti nella lotta al crimine organizzato, provenienti da Europa e Sud America.
Al progetto hanno partecipato, nel primo ciclo, Albania, Belgio, Francia, Germania, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svizzera, Ucraina, Commissione europea ed Eurojust, a cui si sono poi aggiunti, dal 2024, Australia, Brasile, Bulgaria, Messico, Cipro, Dea, Croazia, Eppo e Slovenia, nonché Fbi, Repubblica del Kosovo e Colombia in veste di ospiti.
Dai risultati emerge che la percentuale di soggetti con precedenti per associazione mafiosa che partecipano o amministrano direttamente le imprese è inferiore di circa la metà, in percentuale, per le imprese gestite da italiani di origini calabresi.