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05/01/2018 ore 14.51
Cronaca

Nel 2017 oltre 1000 arresti e sigilli a beni per 218 milioni di euro nel Reggino (VIDEO)

È il bilancio dell'Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria. Questa mattina l'incontro con la stampa fare il punto sulle attività svolte e i risultati conseguiti
di Redazione

Nel 2017 sono state arrestate 1159 persone (tra cui 17 latitanti comuni, uno inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi, Santo Vottari, duenell’elenco dei latitanti di massima pericolosità, Giuseppe Giorgi e Rocco Morabito), e denunciate in stato di libertà oltre 6000 persone. È questo il bilancio dell'Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria. Questa mattina l'incontro con la stampa fare il punto sulle attività svolte e i risultati conseguiti.

Le operazioni eseguite

Nel contrasto alla criminalità organizzata significativi sono stati i risultati ottenuti con le indagini concluse: “Provvidenza”, “Eracle”, “Sansone 3”, “Mandamento Jonico”, “Banco Nuovo”, “Omicidio Canale”, “Terramara - Closed”.

Sequestri e confische per 218 milioni di euro

Nell’ambito dell’attività di aggressione dei patrimoni illeciti, nell’anno 2017 sono stati eseguiti sequestri e/o confische di beni per un valore complessivo di 218 milioni di euro.

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Gli sviluppi dell'indagine “Crimine”

I provvedimenti restrittivi scaturiti dalle varie attività investigative condotte dai reparti dell’Arma dei Carabinieri, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, hanno permesso di confermare e rafforzare le risultanze dell’operazione “Crimine” che ha delineato l’esistenza della organizzazione ‘ndrangheta avente base strategica nella provincia di Reggio Calabria, con attive ramificazioni sia nel nord Italia, in particolare in Lombardia, sia all’estero, dove è stato replicato il modello organizzativo calabrese da parte di quelle articolazioni che risultano dipendenti dai vertici decisionali presenti nel territorio reggino e che costituiscono centro propulsore dell’intero sodalizio mafioso.

Reggio centro propulsore del sodalizio mafioso

L’organizzazione ricomprende un vertice, denominato “Provincia”, riferimento dei responsabili dei tre “Mandamenti” (Tirrenico, del Centro e Jonico), all’interno dei quali risultano operative le “Locali” di ‘ndrangheta, organizzate sempre su base territoriale. L’ordine gerarchico all’interno della struttura mafiosa, che garantisce alle singole cosche anche ampi margini di autonomia, è assicurato dai tradizionali gradi e cariche operative nei diversi livelli dell’organizzazione. Le attività illecite sono riconducibili a tre filoni principali: le strutture e l’operatività dell’organizzazione mafiosa, l’illecito arricchimento e il riciclaggio di denaro e il condizionamento della vita economico-imprenditoriale nei territori di riferimento. L’attualità investigativa conferma la struttura unitaria della ‘ndrangheta e l’operatività di organismi di vertice.