Nel carcere di Rossano scovati due telefonini e cocaina nascosti in una cella
Il sindacato Sappe: «È necessario schermare gli istituti penitenziari per evitare che i cellulari introdotti e detenuti illegalmente possano funzionare»
Due telefoni cellulari perfettamente funzionanti e oltre dieci grammi di cocaina già suddivisa in dosi: è quanto ha rinvenuto ieri la Polizia Penitenziaria del reparto operativo di Rossano, nel corso di un’attività di controllo all’interno di una cella. L’operazione conferma ancora una volta l’efficacia e la determinazione degli agenti, nonostante il contesto di lavoro complesso e le risorse ridotte.
A segnalare il successo dell’intervento sono stati Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale. Entrambi sottolineano come episodi del genere siano ormai all’ordine del giorno: «Sono sempre più frequenti i ritrovamenti di telefoni cellulari e droga all’interno delle carceri – affermano – grazie all’impegno della Polizia Penitenziaria che, pur operando con pochi mezzi e un organico ridotto, riesce comunque a ottenere risultati importanti».
Secondo quanto riferito dal sindacato, la droga trovata era già confezionata e, con ogni probabilità, pronta per essere ceduta all’interno dell’istituto. Un elemento che alimenta l’allarme sull’uso illecito dei cellulari, ancora oggi perfettamente funzionanti una volta introdotti nelle celle. «È sempre più urgente schermare gli istituti penitenziari per impedire che i telefoni funzionino – aggiungono Durante e Ciccone –. È questa l’unica forma di prevenzione realmente efficace, anche perché l’introduzione del reato specifico nel codice penale non ha prodotto i risultati sperati».
A pesare ulteriormente sulla situazione, è la temporanea assenza di due unità operative del nucleo cinofili di Paola, attualmente impegnate in un corso di formazione. «Questa assenza rende il servizio meno operativo – spiegano i sindacalisti – eppure è proprio attraverso l’ausilio dei cani antidroga che, negli ultimi mesi, sono state condotte operazioni brillanti nelle carceri calabresi».
Il Sappe torna a ribadire la necessità di investimenti urgenti, sia in termini di personale che di tecnologie: «Non è più rinviabile una strategia concreta contro l’introduzione di droga e telefoni. La sicurezza delle carceri e l’efficienza del sistema penitenziario passano anche da qui».