«No alla riforma della Giustizia nell’interesse dei cittadini e non per difesa di casta»: a Lamezia il monito del presidente Anm
L’auspicio di Parodi: «Vogliamo che giudici e pm siano autonomi». Nel dibattito l’intervento del presidente del Tribunale Garofalo: «La politica con un inganno verbale cerca di mascherare un intervento a danno della magistratura»
«Per la prima volta non si parla solo di riforme strutturali sulla magistratura». Il pericolo, dice il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, sta diventando concreto. Parodi tiene a sottolineare che l’azione da mettere in campo non avviene per il mero interesse dei magistrati – «una difesa di casta che non potrei mai accettare» - ma è una battaglia che «noi vogliamo fare nell’interesse dei cittadini perché crediamo sinceramente che dei giudici e dei pm che siano autonomi siano la migliore garanzia per una giustizia che venga concretamente incontro ai cittadini».
Gratteri: «La riforma della Corte dei Conti tutela i centri di potere» e rischia di incentivare corruzione e sprechiIl tema che è stato affrontato nel Tribunale di Lamezia Terme è quello della Riforma costituzionale, un dibattito su legalità e Costituzione voluto dall’Associazione nazionale magistrati di Catanzaro – presieduta da Giovanni Strangis – che ha cercato di dare voce ad un’affermazione importante: «Perché abbiamo bisogno di una magistratura indipendente».
Una lectio magistralis in piena regola quella di Giuseppe Campanelli, professore di Diritto costituzionale all’Università di Pisa: «Il viceministro Sisto dice che siamo in una democrazia parlamentare e la procedura è inattaccabile. Ora, qui c’è un problema molto evidente da un punto di vista formale e sostanziale. Se fossimo in una democrazia effettivamente parlamentare non ci sarebbe un testo blindato in una riforma costituzionale. Ricordo come dato semplificativo che l’unica riforma costituzionale che in prima lettura non ha avuto emendamenti, per farvi capire la differenza, è la modifica dell’articolo 27 sull’eliminazione della pena di morte. Quindi sappiamo che se in prima lettura la riforma della giustizia dovesse passare senza emendamenti sarebbe equiparata a una riforma come è stata quella dell’articolo 27, in cui ovviamente c’era sostanzialmente l’unanimità. Unanimità che in questo caso non c’è. Quindi non si può parlare di democrazia parlamentare se non c’è un’effettiva interlocuzione. Tra l’altro sempre dalla parte governativa c’è un riferimento all’interlocuzione successiva all’approvazione della riforma».
Riforma della Giustizia, la pm di Reggio Chiara Greco: «Un rischio per l’indipendenza della magistratura»Non esita a parlare di «inganno verbale della politica», il presidente del Tribunale di Lamezia, Giovambattista Garofalo, secondo il quale la politica cerca «di spacciare una riforma a danno della magistratura come una riforma della giustizia». «Faccio una previsione – ha concluso –, sono convinto che stiamo per creare un pm che non è un pm ma un super poliziotto».
Dure anche le parole del Procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio: «Se la politica vuole sottomettere la magistratura a sé stessa deve dirlo chiaramente»
Nel dare i saluti istituzionali il sindaco di Lamezia Terme, Mario Murone, professore universitario di procedura penale, ha espresso la sua analisi sulla separazione delle carriere: «Bisogna cominciare a chiarire se dare esecuzione all'articolo 111 della Costituzione (secondo il quale “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale”) perché il pm è configurato come parte e quindi la separazione ha già copertura costituzionale».