Nove fratellini morti sotto le bombe a Gaza, i pediatri di Catanzaro: «Vittime innocenti di una guerra assurda»
Una lettera della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) di Catanzaro dove viene espressa solidarietà e vicinanza alla collega Alaa al-Najjar che era impegnata a salvare vite al Nasser Medical Complex di Khan Younis mentre i suoi figli morivano sotto le bombe
Riceviamo e pubblichiamo una lettera della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) di Catanzaro in merito alla notizia dei nove fratellini uccisi da un bombardamento israeliano, vittime innocenti mentre la madre, la pediatra Alaa al-Najjar, era impegnata a salvare vite al Nasser Medical Complex di Khan Younis.
Gaza cimitero dell’infanzia: i nove fratellini uccisi da un bombardamento israeliano simbolo di un’umanità che crollaDi seguito la lettera:
«Non più nel “girone degli ignavi”
Matteo 18, 1-5.10
1 In quel momento, i discepoli si avvicinarono a Gesù, dicendo: «Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?»
2 Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
3 «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
4 Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli.
5 E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me.
6 Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare.
Abbiamo atteso, sperato, pregato affinché “i grandi della terra” riuscissero a mettere fine alla tragedia umana che si sta consumando a Gaza. Alaa Al-Najjar, la nostra collega pediatra, si trovava in ospedale a tentare di salvare altri bambini mentre nove dei suoi 10 figli venivano uccisi sotto i bombardamenti. Questa sconvolgente notizia ci ha stretto i cuori in una morsa dolorosa e ci richiama al nostro dovere di gridare BASTA , BASTA, BASTA per tutte le vittime inermi ed innocenti di questo assurdo conflitto; se così non fosse, la nostra si ridurrebbe a una partecipazione “corporativa”, nobile ma insufficiente. Quanto accaduto ieri non può risuonare in noi solo come dichiarazione politica, né può essere archiviato come mera e inevitabile “conseguenza” di un conflitto. Noi pediatri,che ci occupiamo della cura dei bambini, non possiamo e non dobbiamo più ascoltare le notizie disastrose che giungono da Gaza solo come fatto ineluttabile della guerra, ma dobbiamo “scandalizzarci” come Gesù ci chiama a fare, dobbiamo quotidianamente far sentire la nostra voce, la nostra indignazione, il nostro dolore. Questo oggi vogliono urlare le pediatre ed i pediatri della Fimp ( federazione italiana medici pediatri) di Catanzaro perché c'è un punto in cui il dolore dell'altro ci interpella come se fosse nostro. E chiunque l'abbia vissuto o visto non può restare lo stesso».