Omicidio del capo ultrà Boiocchi, non risponde al gip il calabrese accusato di essere uno degli esecutori del delitto
Tutti in silenzio i sei uomini arrestati dopo le dichiarazioni dell’ex leader della Curva Nord interista (oggi pentito) Andrea Beretta: tra loro c’è anche Pietro Andrea Simoncini di Soriano Calabro che ricorrerà al Riesame
di Redazione Cronaca
Si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere gli arrestati, a seguito delle dichiarazioni dell'ormai collaboratore ed ex leader della curva Nord interista Andrea Beretta e dei riscontri acquisiti, per l'omicidio dello storico capo ultrà nerazzurro Vittorio Boiocchi, ammazzato a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa a Milano, nel quartiere Figino.
Hanno deciso di non parlare, davanti alla gip Daniela Cardamone, Pietro Andrea Simoncini, 43enne di Soriano Calabro considerato dai pm come un uomo legato alla 'ndrangheta e presunto esecutore materiale con Daniel D'Alessandro (preso in Bulgaria e in fase ancora di estradizione), Marco Ferdico, che era nel direttivo della Nord, e il padre Gianfranco - a cui Beretta presunto mandante, come messo a verbale, avrebbe dato 50mila euro per l'omicidio - e anche Cristian Ferrario, che si intestò lo scooter usato dagli esecutori.
Sei le persone destinatarie della misura eseguita l'11 aprile nelle indagini della Squadra mobile, coordinate dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, tra cui ovviamente anche Beretta, le cui dichiarazioni, che hanno permesso di far luce sull'uccisione e sul ruolo di tutti, sono già agli atti e confermate. Il nuovo filone sulle curve di San Siro, che ha portato alla risoluzione del cold case, è scaturito dai verbali di Beretta, che a novembre, dopo essere finito in carcere per aver ucciso Antonio Bellocco, rampollo dell'omonima famiglia di 'ndrangheta e anche lui nel direttivo ultras, ha deciso di parlare.
La mano della ’ndrangheta dietro l’omicidio dell’ex capo della Curva Nord di San Siro: Beretta pagò 50mila euro per farlo uccidereUn omicidio premeditato e con "modalità mafiose", tanto che è stata contestata l'aggravante, e inserito nel contesto di una guerra sulla gestione degli affari legati al mondo delle curve. Beretta, come da lui messo a verbale, fu il mandante dell'omicidio perché non voleva spartire con Boiocchi l'affare del merchandising e gli altri business. Simoncini e Ferrario, difesi dal legale Mirko Perlino, ricorreranno al Riesame.