Omicidio Torcasio a Lamezia, l’assassino ha gettato il coltello in mare: la cena insieme prima della notte di sangue
Convalidato il fermo di Pasquale Colelli che agli inquirenti ha raccontato di presunte vessazioni subite prima della lite fatale. L’arresto per pericolo di reiterazione del reato. Ma sul delitto restano ancora zone d’ombra
Pasquale Colelli, 30 anni, avrebbe colpito Emiliano Torcasio, 52 anni, con un coltello da cucina alla gola e poi si sarebbe disfatto dell’arma gettandola in mare. Alla base di questo delitto vi sarebbe, stando alle dichiarazioni rese dallo stesso Collelli la mattina del 24 ottobre scorso, quando lo stesso presunto omicida si era recato dai carabinieri di Lamezia Terme per costituirsi, una storia di vessazioni fisiche e psicologiche risalente negli anni.
Oggi il gip di Lamezia Terme Francesco De Nino ha convalidato il fermo di Colelli e ha accolto la richiesta del pm Vincenzo Quaranta di destinarlo al carcere.
Intanto l’autopsia sul corpo di Emiliano Torcasio, i cui familiari sono difesi dall’avvocato Antonio Larussa, è stata posticipata a domani.
La cena insieme e le coltellate sul lungomare
Al momento, da una prima analisi della scientifica dei carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, è emerso che Torcasio sarebbe morto a causa di una serie di coltellate tra la carotide e il volto. Colelli, difeso dagli avvocati Antonio Perri e Domenico Villella, è accusato di omicidio volontario.
Il delitto è avvenuto in località Ginepri, sul lungomare di Lamezia Terme, una zona impervia e nascosta in cui i Torcasio e Colelli si erano recati dopo una cena insieme. Proprio sul lungomare, dove i due si erano recati a bordo dell’auto di Torcasio, quest’ultimo, è la versione di Colelli, avrebbe cominciato a inveire contro di lui. Dai racconti del reo confesso emerge una sorta di gelosia morbosa che la vittima avrebbe manifestato nel corso del tempo. Dalle indagini dei carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, guidati dal comandante Gianluca Zara, è emerso che Torcasio conviveva con una compagna e sarebbe stata quest’ultima (che da qualche giorno era andata ad abitare con la madre) a segnalare tra le conoscenze del compagno proprio il nome di Colelli.
Gli abiti bagnati di Colelli
Pasquale Colelli si è presentato in mattinata dai carabinieri accompagnato dall’avvocato Antonio Perri e ha ammesso di essere stato lui a colpire Torcasio con un coltello da cucina che questi teneva in macchina e poi di aver gettato l’arma in mare. Nel perquisire l’abitazione di Colelli, tra le altre cose i militari hanno trovato abiti bagnati e segnati da tracce di sangue.
Pericolo di reiterazione del reato
Il gip ha deciso per l’arresto in carcere di Colelli per il pericolo di reiterazione del reato, visto il modo violento in cui è stato ucciso Torcasio. Respinta la richiesta della difesa di ricoverare l’indagato in una struttura sanitaria visto che, nonostante questi avesse dichiarato lo stato di stress psicofisico in cui versava e che fosse in cura e prendesse farmaci, non esiste nei suoi confronti una diagnosi che attesti particolari malattie o l’incompatibilità col carcere. Una vicenda, questa dell’omicidio del 52enne Torcasio, che presenta molti punti oscuri ancora da svelare.