Ospedale di Locri: «Protocolli anti-Covid rispettati». La nostra replica
La direzione sanitaria del nosocomio ionico risponde a un articolo pubblicato stamattina sul nostro giornale
di Redazione
«In merito alla notizia pubblicata stamani sui quotidiani on line LaC news e Il reggino, la direzione sanitaria del P.O. di Locri e il Responsabile del Pronto Soccorso dello stesso ospedale, ci tengono a precisare che la stessa è destituita di fondamento ed è opportuno sia rettificata dalle citate testate giornalistiche». Questa la posizione della direzione sanitaria dell'ospedale di Locri che risponde a un nostro articolo pubblicato questa mattina. «In primis - si legge nel documento - si evidenzia che i tre soggetti, asintomatici per Covid19 al pretriage, hanno avuto accesso solo al Pronto Soccorso e sono stati sottoposti a tampone al fine di verificarne l’eventuale positività al Covid 19, nonostante lamentassero patologie differenti; gli operatori sanitari erano muniti di DPI per come prescritto dalle linee guida ministeriali; peraltro, verificata la positività dei suddetti pazienti, tutti gli operatori sanitari venuti a contatto con gli stessi sono stati prudenzialmente sottoposti anch’essi a tampone che ha dato esito negativo; è stata, inoltre, effettuata subito dopo la sanificazione dei locali a dispetto di quanto asserito ex adverso e come dimostra l’allegata attestazione». «Per il futuro, al fine di non creare ingiustificato allarme sociale (soprattutto in un periodo così delicato), Vi invitiamo a voler riscontrare le notizie prima della pubblicazione anche con gli scriventi o con la direzione strategica, sempre a disposizione per ogni chiarimento e necessità; l’Asp si riserva di procedere nelle competenti sedi legali nel caso in cui perduri questo atteggiamento denigratorio nei confronti del p.o. di Locri». Prendiamo atto della replica dei vertici aziendali e sanitari dell’ospedale di Locri i quali, in larga parte, confermano la versione dei fatti che abbiamo raccontato nel pezzo. È opportuno, tuttavia, muovere alcune considerazioni. Dalle informazioni e dalle testimonianze in nostro possesso, opportunamente e scrupolosamente verificate come deontologia ci impone, non risulta che alcuni medici in servizio nel corso dell’esecuzione dei tamponi fossero muniti di tutti i dispositivi di protezione. Il protocollo ministeriale infatti prevede, oltre alle mascherine, anche camici e grembiuli in tnt. Secondo il protocollo, ribadiamo, è da ritenersi soggetto esposto ad alto rischio “un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso Covid-19; oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso Covid-19; senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei”. Inoltre il periodo di quarantena è da ritenersi obbligatoria per tutto il personale che non usa correttamente i presidi anti-covid. Capitolo sanificazione. Il certificato di avvenuta sanificazione deve essere rilasciato dalla ditta specializzata e dall’ufficio competente. L'attestazione del primario, riteniamo in totale buona fede, si riferisce soltanto ordinari interventi di igienizzazione. Ilario BalìLa nostra posizione