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28/12/2025 ore 16.03
Cronaca

Palazzo crollato a Lamezia, sono tre le persone indagate: sequestrati caterpillar, edificio e cantiere

A quasi quattro mesi da quando venne giù la facciata del palazzo in via Galluppi le famiglie aspettano ancora le perizie sull’agibilità degli immobili. Solo la prontezza di un ragazzo di 17 anni riuscì a evitare una tragedia

di Alessia Truzzolillo

Sono tre le persone indagate per il crollo di una palazzina avvenuto a Lamezia Terme, nel quartiere di Sambiase il due settembre scorso mentre si stavano eseguendo dei lavori in via Galluppi.
Si tratta del committente dei lavori, dell’escavatorista e del responsabile tecnico dei lavori.
L’accusa è “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi”.
L’iscrizione dei tre nel registro degli indagati è dovuta anche al fatto che il pm della Procura di Lamezia Terme, Gualberto Buccarelli, ha ordinato una serie di sequestri: il caterpillar, l’edificio interessato al crollo, l’area di sedime del cantiere difronte all’edificio crollato, alcune aree pubbliche interessate dal crollo del manufatto e l’area che si trova intorno allo stabile.

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Tragedia sfiorata

Lo scorso due settembre, nel corso di lavori privati che si stavano eseguendo in via Galluppi è venuta giù la facciata di un palazzo di quattro piani lasciando l’abitazione completamente smembrata.
In quel momento, intorno a mezzogiorno, un escavatore stava lavorando proprio davanti al palazzo.
Tra il rumore del mezzo e la polvere l’operaio non si è reso conto che la facciata si stava riempiendo di crepe.
Ad accorgersi di tutto è un ragazzo di 17 anni che si trovava all’interno dello stabile. Era a casa dei nonni e stava giocando alla playstation quando si accorge che i calcinacci stavano cadendo dal muro. Il 17enne va ad avvertire la madre che arrivata dall’appartamento attiguo nota che la parete si è allontanata dal pavimento. La donna, Marisa Zaffina, ha allontanato dalla piazza l’operaio che stava scavando le fondamenta di un nuovo edificio, ha portato i figli al sicuro e ha impedito che il proprio padre entrasse in casa qualche minuto prima che la facciata dell’edificio, in cui vivono i genitori, si sbriciolasse sventrando il palazzo e crollando con un grande boato in una piazzetta di solito molto frequentata.
Anche l’operaio ha fatto in tempo ad allontanarsi, grazie agli avvertimenti della signora Zaffina, qualche attimo prima che si verificasse il crollo, anticipato a un forte boato.

Dopo tre mesi

A distanza di oltre tre mesi da quel giorno sciagurato, ancora si attende che venga stabilita, da parte del perito della Procura, l’agibilità della casa della signora Marisa la quale, al momento, ha dovuto provvedere a una sistemazione provvisoria. Nel frattempo suo padre e sua madre hanno trovato sistemazione in una casa messa a disposizione dalla stessa ditta che ha anche provveduto a mettere in sicurezza la zona.
Lo scorso due settembre una tragedia è stata sfiorata. Oggi si attende che la burocrazia faccia il suo corso più celermente possibile.